Copenaghen, scritte pro-Hong Kong sulla statua della Sirenetta

La statua simbolo di Copenaghen ha avuto finora un’esistenza travagliata, fatta di reiterati sfregi e atti vandalici, fino alla "censura" di Facebook

Copenaghen, scritte pro-Hong Kong sulla statua della Sirenetta

La statua della Sirenetta, icona di Copenaghen, è stata di recente vittima di un atto vandalico.

La Bbc ha infatti riportato ieri che l’attrazione turistica, eretta nel 1913 per abbellire l’ingresso del porto della capitale danese e per onorare lo scrittore Hans Christian Andersen, è stata sfregiata con della vernice-spray.

I responsabili dell’attacco alla statua hanno diretto gli spruzzi delle loro bombolette contro la roccia su cui la sirena, a petto nudo, è raffigurata seduta. I vandali, fa sapere l’emittente, hanno quindi scarabocchiato sulla base del monumento delle “frasi inneggianti ai moti di Hong Kong”.

Sulla pietra in questione sono appunto comparse due scritte, una fatta con vernice spray rossa e l'altra con vernice bianca, consistenti entrambe nello slogan Free Hong Kong.

In base alle prime dichiarazioni della polizia locale raccolte dalla Cnn, l’atto teppistico sarebbe avvenuto nelle prime ore di questo lunedì. Un portavoce delle forze dell’ordine di Copenaghen, citato sempre dal network Usa, ha poi dichiarato che le autorità titolari delle indagini sulla vicenda avrebbero già perlustrato con i cani-poliziotto la zona in cui si trova la statua. Gli inquirenti, ha precisato in seguito lo stesso funzionario, starebbero attualmente analizzando le registrazioni effettuate dalle telecamere di sorveglianza installate nei dintorni del monumento.

Le scritte“Free Hong Kong” sono solo l’ultima aggressione subita dalla scultura nella sua esistenza pluricentenaria. Ad esempio, la Sirenetta, ricorda la Bbc, nel 1964 fu “decapitata”, costringendo le istituzioni danesi a sostituirle la testa mozzata, che non sarebbe stata mai più ritrovata, con una copia.

L’opera dell’artista Edvard Eriksen, sempre nel corso della sua vita turbolenta, è stata inoltre, afferma l’organo di informazione britannico, “gettata in mare” e “coperta con

un burqa”. Le sue foto sono state persino messe al bando da Facebook, poiché sarebbero immagini contrastanti con le linee-guida della società californiana sulle “nudità”.

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