Corea del Nord avverte Trump: "Attacco nucleare se prova a cambiare regime"

Massima allerta per le celebrazioni in Corea del Nord per il Giorno della Vittoria. L'intelligence statunitense ammette di aver sottovalutato la determinazione di Kim Jong-un

Corea del Nord avverte Trump: "Attacco nucleare se prova a cambiare regime"

La Corea del Nord potrebbe ultimare lo sviluppo di un missile in grado di raggiungere gli Stati Uniti continentali entro un anno. È questa la nuova stima delle agenzie di intelligence americane. Fino a poche settimane fa la valutazione ufficiale sulla Corea del Nord per ultimare il ciclo ICBM e miniaturizzare una testata nucleare da imbarcare sul sistema d’arma di proiezione era di quattro anni. Tuttavia, il test dello scorso 4 luglio ha costretto l’intelligence statunitense a rivedere le stime, ritenute oggi troppo conservatrici. Nella valutazione delle agenzie di intelligence, si riconosce di aver sottovalutato la determinazione di Kim Jong-un nel realizzare un’arma nucleare che, con tutte le limitazioni del caso, potrebbe raggiungere il suolo americano. Conclusa la pazienza strategica dell’era Obama, il Pentagono continua ad elaborare ogni strategia potenziale da prospettare al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo la nuova valutazione, la Corea del Nord potrebbe colpire gli Stati Uniti continentali entro il 2018, prima cioè del previsto aggiornamento ed upgrade delle difese missilistiche territoriali statunitensi.

L'attuale griglia di difesa USA

La difesa missilistica statunitense è strutturata su una rete globale di sensori per individuare e tracciare qualsiasi lancio contro obiettivi americani. La copertura si basa su diversi siti sparsi per il mondo e nello spazio. La rete in orbita è composta dalle costellazioni del Defense Support Program e Space Based Infrared System. Il radar SBX-1 a banda X è solitamente rischierato a Pearl Harbor, nelle Hawaii. Diversi i radar di allerta precoce sono collocati in Alaska, Groenlandia, Gran Bretagna, Qatar, Taiwan e Giappone. La griglia di allerta su basa sui radar SPY-1 dei vettori Aegis sparsi nel globo. Tutti i dati sono gestiti dal sistema centrale di controllo presso la Schriever Air Force Base. Dal 2004, il territorio americano affida la sua difesa al sistema Ground-based Midcourse Defense, progettato per intercettare missili balistici a lungo raggio in entrata. I trentasei missili intercettori sono schierati a Fort Greeley, in Alaska e presso la Vandenberg Air Force Base, in California. L'ex presidente Barack Obama ha ordinato alla Missile Defense Agency di portare a 44 le postazioni GMD entro l’anno. Gli intercettori si basano sull’Exoatmospheric Kill Vehicle, sistema cinetico di rilascio che utilizza i dati di orientamento e sensori di bordo per identificare e distruggere un missile in arrivo nello spazio. Gli intercettori a tre stadi sono progettati per distruggere i missili con l’energia cinetica da impatto. La Commissione Servizi Armati del Senato, propone un aumento di 28 intercettori da portare a cento entro il 2020.

Mike Pompeo, direttore della CIA

“La Corea del Nord, un giorno, entrerà in possesso di un’arma nucleare in grado di colpire oltre l’Alaska e le Hawaii. Sarebbe una cosa meravigliosa denuclearizzare la penisola per far fuori quelle armi, ma la cosa più pericolosa è il carattere di chi oggi ne detiene il controllo. Quanto al regime, spero che troveremo un modo per separarlo dalle sue capacità missilistiche e nucleari. Dal punto di vista dell'amministrazione Trump, la cosa più importante da fare è separare il regime dal controllo sui missili. Le agenzie di intelligence ed il Dipartimento della Difesa sono stati incaricate di elaborare piani per ciò che in ultima analisi dovrà essere fatto per fronteggiare la minaccia nucleare nordcoreana. Gli Stati Uniti potrebbero affrontare ogni sorta di minaccia, ma spero che troveremo il modo di separare il regime dall’arsenale missilistico. La sfida principale, ad oggi, è unire la comunità internazionale”.

Scott Bray, direttore della National Intelligence per l’Asia orientale

“Il successo dell’ultimo test della Corea del Nord era già stato previsto dall’intelligence statunitense. Non di certo una sorpresa, ma ci ha aiutato ad aggiornare la nostra linea temporale sulle minacce che Kim Jong-Un pone agli Stati Uniti continentali. Il test dello scorso luglio e l’impatto avuto sulle nostre valutazioni, evidenzia la minaccia dei programmi missilistici nucleari e balistici della Corea del Nord nei confronti degli Stati Uniti, dei nostri alleati nella regione e per il mondo intero”.

Generale Joe Dunford, Chairman of the Joint Chiefs of Staff

“La diplomazia dovrebbe essere autorizzata a giocare un ruolo determinante ancora per qualche altro mese. Poi, potrebbe essere necessaria un'opzione di follow-up (militare)”.

Nel caso di Saddam Hussein, le agenzie di intelligence statunitensi hanno sopravvalutato la capacità di ricostituire quello che un tempo era un solido programma nucleare. Nel caso della Corea del Nord, la velocità e la sofisticazione del programma sono stati costantemente sottovalutati, così come avvenuto per l'Unione Sovietica 70 anni fa e la Cina più di 50 anni fa.

La risposta della Corea del Nord

In una nota pubblicata questa mattina sul sito della Korean Central News Agency, il Ministero degli Esteri nordcoreano replica al direttore della CIA.

“Se gli Stati Uniti dovessero soltanto osare di tentare di rimuovere il supremo leader, il nostro martello nucleare, levigato e indurito nel tempo, colpirà il cuore degli Stati Uniti. E’ ormai chiaro che l'obiettivo finale dell'amministrazione Trump è di spodestare il regime. Le osservazioni del direttore della CIA confermano la sua ignoranza e l’esplicita incompetenza dell’intelligence americana. Qualora l’integrità suprema della Repubblica Popolare Democratica di Corea venisse minaccia, annienteremo tutti i paesi direttamente o indirettamente coinvolti, mobilitando tutte le nostre forze, comprese quelle nucleari. Pompeo sperimenterà amaramente le catastrofiche e misere conseguenze causate dall’idea di scuotere con i pugni la suprema leadership di Kim Jong-un”.

Salito al potere nel 2011 dopo la morte del padre, Kim Jong Un ha ridato nuova linfa ai programmi missilistici e nucleari del paese. Nel 2016, Pyongyang ha effettuato due test nucleari e lanciato più di trenta missili sperimentali. Nonostante le risoluzioni delle Nazioni Unite, la Corea del Nord continua a sviluppare il processo di standardizzazione delle testate nucleari da imbarcare sui missili strategici. Il Nord ha condotto test nucleari nel 2006, 2009 e nel 2013. Il quarto test nucleare si è svolto lo scorso anno, due giorni prima il compleanno di Kim. Il quinto test è avvenuto a margine delle manifestazioni per il 68° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea e pochi giorni dopo il vertice economico del G-20 in Cina.

Le opzioni militari sul tavolo di Trump

Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale, secondo prassi obbligatoria, presenta al Presidente degli Stati Uniti il ventaglio di tutte le opzioni disponibili (blue sky options) ed aggiornate per rispondere al programma nucleare della Corea del Nord. Le opzioni militari convenzionali contro la Corea del Nord non garantirebbero la vittoria assoluta e porterebbero inevitabilmente ad uno scenario termonucleare.

La certezza di perdere Seoul

L’equipaggiamento militare di Pyongyang è ritenuto obsoleto, ma ciò non gli impedirebbe di scatenare su Seoul uno sbarramento di artiglieria devastante. Se scoppiasse un conflitto, né l'esercito degli Stati Uniti, né le forze della Corea del Sud potrebbero sperare di azzerare tale minaccia, stimata in 13600 cannoni di diverso calibro pari (in linea teorica) a mezzo milione di granate in poco meno di sessanta minuti. Lo strumento più potente della Corea del Nord è l’artiglieria, solo in parte schierata al confine con la Corea del Sud. Tuttavia, l’artiglieria di Pyongyang è afflitta da un alto tasso di malfunzionamenti dovuto alle munizioni indigene ed allo scarso addestramento delle unità. Secondo Stratfor, il 25 per cento delle munizioni d’artiglieria della Corea del Nord non esplode sul bersaglio. Dubbi anche sulla cadenza di fuoco e sulla precisione dei sistemi. Il rateo di fuoco sostenuto è fondamentale per i sistemi di artiglieria: maggior numero di colpi sul bersaglio nel più breve tempo possibile prima di essere identificati e distrutti. Diverso il punto sui moderni sistemi a lungo raggio, come il lanciarazzi multiplo da 300 mm con una presunta gittata di 125 miglia: per potenza eguaglierebbe il BM-30 russo. Identificato durante l’ultima parata militare, è stato messo in produzione di massa dal regime da due anni. La Corea del Nord potrebbe quindi colpire Seul che si trova soltanto a 35 miglia dalla zona smilitarizzata con un fuoco di sbarramento pesante. Tatticamente parlando, un MLRS è più pratico ed economico rispetto ad un missile. L’aspetto nucleare della testata del missile, potrebbe essere tranquillamente sostituto da granate d’artiglieria combinate con armi chimiche. Secondo la Nuclear Threat Initiative, la riserva della Nord oscilla tra le 2500 e le 5000 tonnellate di agenti chimici. Il Paese sarebbe in grado di produrre agenti nervini come il Sarin ed il VX. Questi ultimi sono ritenuti al centro della produzione di armi chimiche del Paese. Se Pyongyang utilizzasse proprio tali asset e li esponesse al rilevamento ed al fuoco di contro-batteria, sarebbero certamente utilizzati nel targeting indiscriminato della capitale e dei suoi sobborghi. La pista diplomatica resta quindi l’opzione migliore. Ed il ruolo della Cina, che ha fortificato i confini, sarà determinante. L'88% di tutte le importazioni della Corea del Nord provengono dalla Cina. Le esportazioni sono all’86%. Pechino ha un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto delle sanzioni delle Nazioni Unite come, ad esempio, per la fornitura di carbone. La famiglia Kim chiede il rispetto internazionale e cerca, soprattutto, di sopravvivere. Il rispetto internazionale si basa sul riconoscimento a potenza nucleare così da reimpostare le relazioni con i diretti antagonisti come la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Il graduale aumento della pressione militare sul regime nordcoreano per ottenere un risultato politico, nella speranza che non precipiti in un conflitto reale, è un elemento debole e pericoloso per la politica degli Stati Uniti. In assenza di una nuova iniziativa diplomatica, la situazione di per se instabile nella penisola coreana, continuerà a peggiorare.

Gli attacchi informatici

Obama avrebbe già autorizzato attacchi nello spettro cyberwarfare a causa delle limitazioni dello scudo che non avrebbe offerto garanzie. Gli attacchi informatici (come quelli della tecnologia left of launch) sono efficaci se indirizzati contro obiettivi identificati. A differenza di quanto avvenuto con il worm Stuxnet in Iran (simmetricamente ideale), gli obiettivi della Corea del Nord sono molteplici e schierati su lanciatori mobili. In un approccio dove il tempismo è fondamentale, gli hacker del Pentagono avrebbero manipolato in remoto i sistemi missilistici, provocando il fallimento del test. Tuttavia, in un contesto operativo, anche se tutti gli attacchi informatici riuscissero a disabilitare i missili schierati in posizione di lancio, sarebbe impossibile hackerare i sistemi nascosti nei bunker sotterranei del paese. Ecco perché la Corea continua a sviluppare un ICBM mobile che, potenzialmente, sarebbe in grado di minacciare gli obiettivi in ​​tutto il mondo. Posizione ribadita anche da Hillary Clinton nel 2009. Pyongyang continua a combinare la tecnologia missilistica di proiezione alla miniaturizzazione delle testate nucleari. E’ impossibile stabilire la reale capacità degli hacker del Pentagono nei test falliti da Pyongyang e quanto, invece, abbiano influito i difetti di progettazione. Tuttavia, l’attacco informatico ha una particolare caratteristica: quella di essere difficilmente identificabile. L'identità dell'operatore e del paese sponsor resta sempre sconosciuta, sebbene esistano i sospetti che però non forniscono il casus belli. Qualsiasi attacco effettuato nel dominio cyber è considerato un atto di guerra. Gli Stati Uniti non possono affermare di sabotare la rete missilistica della Corea del Nord poiché ciò scatenerebbe reazioni imprevedibili. La deterrenza dipenderà sempre da un certo grado di indeterminatezza e di incertezza. Non è tanto quello che si farà per rappresaglia, ma quello che accadrà una volta avviati i lanci. Qualora una nazione si convincesse di essere sotto attacco hacker diretto volto a disabilitare gli asset militari, potrebbe essere tentata dal lanciare un attacco preventivo.

Reintrodurre asset nucleari in Corea del Sud

La possibilità di reintrodurre armi nucleari tattiche in Corea del Sud, ritirate più di 25 anni fa, sarebbe altamente provocatoria. Se Trump decidesse in tal senso, la base aerea di Osan, a meno di 50 miglia a sud della capitale Seoul, sarebbe la prima struttura estera ad ospitare asset nucleari dalla fine della guerra fredda. Altamente provocatoria, potrebbe soltanto esacerbare i già precari rapporti con Pyongyang, considerando altamente remota la possibilità di un attacco nucleare preventivo ed esporre la Corea del Sud nel quadro regionale. I bombardieri strategici B-2/B-52 schierati a Guam, effettuano regolari pattugliamenti in Corea del Sud.

Decapitare la linea di governo (no della Cina)

Eliminare Kim Jong-un, l’intera linea decisionale e le figure connesse con il programma missilistico e nucleare della Corea del Nord. E’ una delle peggiori opzioni poiché si tratta di decapitare un regime. A gestire tali operazioni sarebbe la CIA. Teoricamente parlando e qui ci basiamo solo sulle definizioni, la decapitazione è una strategia allettante quando vi sono figure imprevedibili e pericolose come quella di Kim Jong-un. Tuttavia decapitare la linea politica di un regime comporta delle soluzioni politiche immediate. La Cina avrebbe già espresso parere contrario a tali operazioni di assassinio. Pechino teme una crisi umanitaria a ridosso dei suoi confini qualora cadesse il regime.

Operazioni segrete

Reparti speciali Usa e della Corea del Sud dietro supervisione CIA, si infiltrerebbero nel Nord per sabotare le strutture chiave e la rete viaria primaria per bloccare il movimento dei lanciatori. Tuttavia, quando si considerano azione del genere, è importante riconoscere le variabili e le lacune di intelligence che complicano inevitabilmente il processo decisionale politico e militare. Gli Stati Uniti ignorano l’esatta ubicazione degli oltre duecento lanciatori, molti dei quali nascosti in bunker corazzati a profondità ignote e la reale ramificazione del programma nucleare della Corea del Nord. La distruzione delle infrastrutture nucleari note della Corea del Nord, non sarebbero sufficienti per annullare la ritorsione. Senza considerare, infine, che la cattura di uno o più operatore dei reparti speciali Usa provocherebbe inimmaginabili conseguenze psicologiche in patria. Quello avvenuto con l’Iran dovrebbe far riflettere.

Attacco convenzionale

La forza stimata per un attacco preventivo contro Pyongyang sarebbe di dieci bombardieri strategici B-2 equipaggiati con asset GBU-31 e GBU-57 e 24 F-22 che decollerebbero dagli aeroporti in Giappone e Corea del Sud. Non meno di 500 Tomahawk verrebbero lanciati a ondate da diverse piattaforme, compresi almeno due sottomarini classe Ohio riconvertiti in ruolo SSGN. Tale forza è ritenuta in grado di danneggiare gravemente tutte le infrastrutture connesse con il programma nucleare della Corea del Nord, così come tutte le armi stoccate nei siti corazzati e le principali strutture comando dell’esercito. La distruzione delle infrastrutture nucleari della Corea del Nord, potrebbe non essere sufficiente per annullare la ritorsione. Pertanto, anche se gli Stati Uniti possono essere ragionevolmente certi di arrestare un duro colpo all'infrastruttura nucleare nella prima ondata, sarebbe necessario un grado di cognizione assoluta per annullare ogni tipo di ritorsione.

Attacco nucleare

Donald Trump, come Presidente degli Stati Uniti, potrebbe ordinare in ogni momento il lancio di una salva di venti missili Trident II D5 pari a 160 testate a rientro multiplo indipendente contro la Corea del Nord, probabilmente cancellandola per sempre dalla cartina geografica. Sarebbe una decisione proporzionale, considerando che non meno di altre 500 testate sarebbero sempre pronte al lancio. Secondo il concetto della ridondanza Usa, da quattro a sei sottomarini Ohio, intesi anche come boomer, sono sempre in mare a copertura di potenziali obiettivi. Il concetto della proporzionalità si applica soltanto per la scelta delle testate da impiegare. Approssimativamente, i sottomarini balistici trasportano 890 testate. La linea morbida di attacco è formata da 506 testate W76 da 100 kt con spoletta programmabile Mk4A. La linea pesante da attacco è formata da 384 testate pesanti W88 / MK5 da 455 kt. Il tempo necessario per lanciare un attacco nucleare è stimato in otto / dodici minuti. E’ un grado distruttivo inimmaginabile. L’ordigno che colpì Hiroshima aveva una resa esplosiva di 15 kt. I Trident II D5, diversamente dalla linea strategica fissa simmetrica Minuteman, non sono pre-programmati. Le coordinate possono essere rapidamente assegnate dal National Military Command Center. Ogni sottomarino classe Ohio dispone di due equipaggi di 154 unità (Gold and Blue), che si alternano in pattugliamenti di settanta / novanta giorni. Nove boomer sono schierati a Bangor, Washington, per pattugliare l'Oceano Pacifico. Cinque sono situati a Kings Bay, in Georgia, per le operazioni nell'Atlantico. Quattro dei diciotto Ohio sono stati riconvertiti per lanciare missili da crociera. Da quattro a sei boomer sono sempre in mare. I bunker progettati per ospitare la leadership della Corea del Nord, profondamente sepolti nel terreno, in caso di attacco nucleare verrebbero colpiti esclusivamente da diverse testate pesanti W88 / MK5.

Cosa accadrà tra 24 ore?

Tra poche ore in Corea del Nord si celebrerà il Giorno della Vittoria, 64 ° anniversario della fine della guerra coreana. E' una ricorrenza particolarmente sentita in Corea del Nord, più volte salutata in passato con dei test militari.

Test missilistico: altamente probabile

La base nei pressi della città di di Kusong, sulla costa occidentale del paese, nella provincia settentrionale del Pyongang, è la principale indiziata. E’ stata utilizzata in tutti gli ultimi test per lanciare diversi missili a due stadi a propellente liquido Hwasong-12. Lo stesso sito è stato utilizzato lo scorso 12 febbraio, per lanciare il missile Pukguksong-2 a propellente solido. I lanci precedenti confermano che i razzi a singolo stadio a combustibile liquido della Corea del Nord hanno un tasso di successo pari all’80%. I razzi a due stadi con autonomia di diecimila km (quindi con meccanismo di separazione), hanno raggiunto un tasso di successo pari al 60%. I razzi a tre stadi (dodicimila km), infine, hanno una percentuale di successo inferiore al 40%. Lanciando l’asset più affidabile dalla terraferma, il Nord celebrerebbe il 64° anniversario del Giorno della Vittoria con foto e video, mentre Kim Jong-un otterrebbe l’ennesimo spot mondiale. La comunità internazionale condannerebbe il Nord proponendo ulteriori sanzioni, ma l'opzione militare non sarebbe necessaria.

Test nucleare: non probabile

Fin dallo scorso marzo il sito di Punggye-ri è ritenuto pronto per ospitare il sesto test nucleare della Corea del Nord. Il sito di Punggye-ri dovrebbe ospitare tre tunnel sotterranei orizzontali, ubicati a diverse profondità, utilizzati per effettuare i test nucleari di Pyongyang. Il primo tunnel, East Portal, si troverebbe a circa 310 metri: è stato utilizzato per far esplodere l’ordigno nucleare della Corea del Nord nel 2006. Gli altri quattro test si sono svolti nel secondo tunnel, West Portal, a circa 490 metri. Il terzo tunnel della struttura di prova, che ha subito nei mesi scorsi dei lavori di adeguamento, non è mai stato utilizzato. Il North Portal dovrebbe trovarsi ad una profondità di 550 metri. Il sito di Punggye-ri è distante 116 chilometri dal vulcano sul Monte Baekdu. Gli Stati Uniti mantengono permanentemente nella regione uno sniffer WC-135, per eseguire il campionamento dell’aria e rilevare possibili test. Il quinto test nucleare è stato il più potente mai effettuato dal Nord. Il Geological Survey degli Stati Uniti ha registrato un evento sismico artificiale di magnitudo 5.3 della scala Richter, a nord-est della città di Sungjibaegam, nei pressi del sito di Punggye-ri. Il terremoto di magnitudo 5.0/5.3 registrato, è il più grande dei cinque eventi sismici associati ai test nucleari della Corea del Nord. Nel 2006 l’onda sismica artificiale registrata era di magnitudo 3.9 della scala Richter. Nel quarto test del gennaio dello scorso anno, il terremoto era di magnitudo 4.8. In quel frangente, Pyongyang annunciò di aver testato una bomba all’idrogeno. L’analisi dei dati ha poi confermato un test nucleare: una bomba all’idrogeno avrebbe determinato altri valori. I sei kilotoni di resa esplosiva sono sembrati subito non compatibili con una bomba H. Potrebbe essersi trattato anche di un test fallito di una possibile bomba all’idrogeno. Il Nord ha condotto test nucleari nel 2006, 2009 e nel 2013. Il quarto test nucleare si è svolto nel gennaio dello scorso anno, due giorni prima il compleanno di Kim. Il quinto test è avvenuto lo scorso settembre, a margine delle manifestazioni per il 68° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea e pochi giorni dopo il vertice economico del G-20 in Cina.

Il North Portal dovrebbe trovarsi a 550 metri ed è il più profondo del sito di Punggye-ri. Speculazioni al riguardo, ma una maggiore profondità potrebbe comportare un aumento dell’apporto di uranio o diverse detonazioni. La resa esplosiva del sesto test potrebbe essere fino a 14 volte maggiore di quella avvenuta lo scorso settembre.

Donald Trump ha sempre dichiarato che il sesto test nucleare della Corea del Nord sarebbe stato l’ultimo del regime di Kim Jong-un. Il sesto test nucleare potrebbe innescare un qualche tipo di risposta militare convenzionale che sfocerebbe in nucleare.

Lancio da sottomarino: altamente improbabile

Nessuno conosce il reale carico utile del sottomarino classe Sinpo da giorni in rotta nel Mar del Giappone. E’ costantemente monitorato da diverse unità statunitensi. Diverse le domande al riguardo. Il sottomarino della Corea del Nord trasporta con se un missile? E se fosse cosi, nessuno potrebbe accertare (se non a schianto avvenuto), il carico utile trasportato qualora lo lanciassero. Diverse cose, se il sottomarino lanciasse, potrebbero andare storte. Oltre ai problemi tecnici per una tecnologia ancora ad uno stato embrionale, si dovrebbero considerare i venti che potrebbero inficiare la rotta del missile nella fase di espulsione a freddo. Il KN-11/ Pukkuksong-1 dovrebbe essere a combustibile solido, ma avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene in quello nella forma liquida. E se la rotta del missile dovesse rappresentare (volutamente o meno) un qualsiasi tipo di minaccia per gli Stati Uniti, le sorti del sottomarino prima e della Corea del Nord dopo sarebbero segnate per sempre. Da rilevare, infine, che il sottomarino classe Sinpo non lancerebbe all’improvviso dalle profondità del mare, ma si dovrebbe stabilizzare a quindici metri sotto la superficie ed aprire i portelli. Procedure che sarebbero comunicate in tempo reale dal sottomarino classe Los Angeles al Global Strike Command, al Dipartimento della Difesa ed alla Casa Bianca. Qualsiasi azione militare richiederebbe un ordine diretto del Presidente degli Stati Uniti. Qualora venisse autorizzata, lo scenario termonucleare in Corea del Nord diventerebbe inevitabile cambiando per sempre il mondo.

Sarebbe soltanto un dettaglio per i posteri, infine, conoscere il carico utile del missile della Corea del Nord (che in teoria, se venisse lanciato contro gli Usa, dovrebbe essere intercettato dalla griglia di difesa in California ed Alaska).

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