Ecco qual è il missile lanciato dalla Corea del Nord

Il KN-17 della Corea del Nord è la variante Scud ASBM (anti-ship ballistic missile) a singolo stadio a propellente liquido.

Ecco qual è il missile lanciato dalla Corea del Nord

La Corea del Nord ha lanciato con successo da Sunan, sito dell'aeroporto internazionale di Pyongyang, il missile balistico KN-17. Il sistema d’arma ha sorvolato l'isola di Hokkaido nel Giappone settentrionale prima di schiantarsi nell'Oceano Pacifico. Il Comando del Pacifico Usa conferma un’altitudine raggiunta di 770 km ed una distanza coperta di 3.700 km. Il missile Hwasong-12 lanciato lo scorso agosto, il primo sul Giappone negli ultimi otto anni, raggiunse un'altitudine stimata di 550 chilometri prima di precipitare nell'Oceano Pacifico, a circa 1.180 chilometri ad est di Hokkaido. Il missile venne rilevato pochi secondi dal lancio dalla griglia ad infrarossi Usa. Per la sesta volta dal 1998, un missile nordcoreano oi suoi frammenti volano sul territorio del Giappone.

Testato il Carrier Killer

E’ il tredicesimo test balistico della Corea del Nord nell’anno in corso. Secondo il Pentagono, quello lanciato poche ore fa da Sunan sarebbe un KN-17. Si tratta della variante Scud ASBM (anti-ship ballistic missile) a singolo stadio a propellente liquido. Con le dovute proporzioni, il sistema nordcoreano funzionerebbe in linea di principio come il DF-21D cinese (congetture sulla multi-testata MARV di Pyongyang). Per il KN-17, simile nel disegno al Hwasong-6, abbiamo notato diverse configurazioni aerodinamiche ed un nuovo sistema di propulsione. Erroneamente si è tenuto ad identificare il sistema Hwasong-12 con il KN-17. Tuttavia, il KN-17 è la variante antinave testata senza successo tre volte lo scorso aprile, con primo volo probabilmente effettuato lo scorso maggio. Il KN-17 è quindi un sistema d’arma concepito per colpire le portaerei statunitensi: si tratta di un carrier killer. Il KN-17 non necessita di una testata nucleare e potrebbe essere equipaggiato con una testata convenzionale. Volando a Mach 10, trasferirebbe una energia cinetica tale da arrecare danni letali ad un vettore da centomila tonnellate (definito lo sporco animale dalla retorica di Pyongyang). Foto e video diramati dal regime presupporrebbero una capacità di manovra (che rappresenta un unicum nell'arsenale nordcoreano) nelle fasi finali così da effettuare correzioni critiche per raggiungere un obiettivo in movimento.

Le differenza con il missile Hwasong-12

Il sistema a medio raggio Hwasong-12, svelato il 15 aprile scorso durante la parata militare in onore del 105 ° anniversario della nascita di Kim Il-sung, fondatore del paese e nonno dell’attuale leader, Kim Jong un, è un missile a due stadi a propellente liquido. Secondo la classificazione standard, un missile balistico intercontinentale ha una gittata superiore ai 5500 km. I lanci precedenti confermano che i razzi a singolo stadio a combustibile liquido della Corea del Nord hanno un tasso di successo pari all’80%. I razzi a due stadi con autonomia di diecimila km (quindi con meccanismo di separazione), hanno raggiunto un tasso di successo pari al 60%. I razzi a tre stadi (dodicimila km), infine, hanno una percentuale di successo inferiore al 40%.

I missili carrier killer

Le portaerei sono la massima espressione della potenza degli Stati Uniti nel globo. Rappresentano un’essenziale piattaforma nello scacchiare geopolitico della proiezione globale. Oltre al ruolo primario di piattaforma d’attacco, forniscono sostegno alle truppe sul campo di battaglia. La mobilità è la loro principale forza. Agendo da acque internazionali, gli Usa (e proporzionalmente anche la Gran Bretagna) non hanno bisogno da alcuna autorizzazione per proiettare la propria potenza. Sono anche però molto costose e potenzialmente vulnerabili. Cina e la Russia hanno concentrato molte risorse (ma non tutte) nel garantire un ventaglio di possibilità letali economicamente vantaggiose in grado di mettere fuori uso i principali e costosi asset occidentali. In ogni caso, un missile dovrebbe superare la schermatura del gruppo da battaglia formato da incrociatori e cacciatorpediniere Aegis posto a sua protezione. Tuttavia non dobbiamo trascurare un punto: un missile capace di colpire una nave da guerra in movimento sarebbe ancora più accurato contro gli obiettivi fissi a terra e potrebbe facilmente eludere i missili Patriot.

Cina: DF-21D

La classe Dong Feng, Vento dell’Est, è formata da una serie di vettori balistici intercontinentali a medio e lungo raggio in servizio con la Forza Strategica Missilistica cinese. Il DF-21 è paragonabile al missile a medio raggio Pershing II, sistema smantellato in base al trattato INF. La variante D, missile balistico anti-nave multitestata MARV, è stato progettato specificatamente per distruggere le portaerei statunitensi. Secondo i dati cinesi, il DF-21D raggiungerebbe il bersaglio a mach 10. L’unico modo per eludere un attacco portato da un missile da mach 10 di cui si sconosce l’esatto punto di lancio, sarebbe attraverso l’utilizzo delle contromisure elettroniche. Il DF-21D dovrebbe avere un raggio d’azione di 2500 km e sistema di guida inerziale con radar attivo nella fase terminale. Già nel 2009, commentando il sistema, la CIA disse che “se funzionasse sarebbe assolutamente in grado di perforare ogni difesa esistente”. Con i soldi necessari per costruire una portaerei, i cinesi potrebbero acquistare non meno di 1200 missili DF-21D.

YJ-18

L’YJ-18 cinese viaggia ad una velocità di circa 600 miglia all’ora, di poco inferiore alla velocità del suono ed a pochi metri sopra la superficie del mare. A circa venti miglia nautiche dalla sua destinazione, il missile accelera per tre volte la velocità del suono. La velocità supersonica rende il bersaglio estremamente difficile da colpire. Velocità e lungo raggio dell’YJ-18, così come la sua diffusione su larga scala, potrebbero avere gravi implicazioni sulla capacità di operare liberamente nel Pacifico occidentale in caso di conflitto.L'YJ-18 sarebbe in grado di percorrere 540 km e colpire il nemico con una testata da 330 kg. L’YJ-18 è stato progettato per eliminare il gruppo di battaglia e supporto a difesa del vettore.

Russia: SS-N-19 Shipwreck

L’SS-N-19 Shipwreck russo è un missile antinave corazzato dal peso di sette tonnellate, lungo dieci metri e con un raggio d’azione di 700 km. Se lanciati a sciame, i missili sono in grado di interagire tra di loro stabilendo la priorità. Equipaggia le Kirov, la Admiral Kuznetsov ed i sottomarini nucleari d’attacco classe Oscar-II.

Il concetto di proiezione oggi

Le portaerei possono operare soltanto in determinati contesti permissivi: praticamente ovunque poco dopo la guerra fredda. L’ascesa della superpotenze come la Cina e la Russia, ha richiesto delle distanze di sicurezza. Ciò significa una limitazione alla capacità di proiezione del potere nel globo e la rivisitazione della strategia aeronavale. La capacità di proiezione della marina più potente del mondo è passata da un raggio d’azione di 800 miglia nautiche nel 1996 a 500 nel 2006. Paradossalmente, la riduzione della proiezione imbarcata Usa è coincisa con l’entrata in servizio dei sistemi Anti-Access/Area Denial cinesi e russi e con sistemi d’arma con un raggio d’azione superiore alle mille miglia nautiche. Dalla seconda guerra mondiale ad oggi, i vettori americani sono stati pensati per supportare piattaforme in grado di assestare un colpo mortale contro i centri nevralgici del nemico. Dal Vietnam ad oggi, la Marina Usa ha continuato a perfezionare la sua capacità di colpire il nemico in profondità, imbarcando a bordo delle portaerei fino ad 80 velivoli multiruolo (negli anni continuamente modificati). La fine della guerra fredda, però, è considerato il punto di rottura. Iniziano ad uscire di scena piattaforme pensate per la penetrazione profonda come l’A-6 Intruder. La decisione di cancellare anche il sostituto dell’Intruder, l’A-12 Avenger II, è oggi considerato uno degli errori più grandi della US Navy. Con il ritiro del servizio del Tomcat, una piattaforma missilistica per i Phoenix, la Marina iniziò ad imbarcare gli F/A-18 Hornet, originariamente concepiti come caccia per il combattimento manovrato e da attacco leggero. Gli Stati Uniti mantengono ancora un vantaggio su Russia e Cina sotto il profilo del targeting mentre il dominio sullo spettro elettromagnetico è ormai combattuto ad armi pari. Il principio di proiezione andrebbe certamente rivisto qualora scoppiasse un conflitto con le superpotenze che hanno specificatamente sviluppato asset carrier killer. Un contesto ipersonico, riscriverà nuovamente la strategia anti-accesso e negazione d’area (ricordiamo che la definizione strategica A2/AD è ritenuta superata).

Corea del Nord: affondare una portaerei Usa con i missili antinave

E’ senza dubbio il modo migliore per affondare una portaerei. Il 15 aprile scorso, durante la maestosa parata per il Giorno del Sole, la più importante festa nazionale della Corea del Nord, Pyongyang ha mostrato una copia del missile Kh-35. Svelato nel 2014, è la copia indigena del missile antinave subsonico russo Zvezda Kh-35U, che equipaggia il sistema di difesa costiera GRAU 3K60 Bal, designato dalla NATO come SSC-6 Sennight. In servizio con le Forze armate russe dal 2008, è in grado di colpire obiettivi situati fino a 120 km di distanza e di lanciare l’intera salva di 32 missili con un intervallo massimo di tre secondi. La salva di 32 missili, schierati su quattro lanciatori collegati in rete, è considerata efficace per distruggere un completo gruppo navale statunitense. I sistemi Bal sono operativi a difesa della Flotta del Baltico, tuttavia la copia nord coreana non è ritenuta alla stregua di quella russa per autonomia e sistemi primari. Le varianti nordcoreane dello Styx di fattura sovietica sono ritenute alla mercé delle contromisure elettroniche e difensive del Gruppo da Battaglia, sebbene un tale scenario non sia mai stato realmente testato. Il missile KN-17, come quello lanciato poche ore fa, è ancora in parte avvolto nel mistero, sebbene siano costanti i progressi.

Il problema principale per tali asset è determinato dal limitato raggio dei radar terrestri. La Corea del Nord manca della capacità di identificazione e discriminazione della minaccia esterna che gli assicurerebbe una rete satellitare, ritenuta fuori dalla portata della tecnologia del regime. La Corea del Nord manca della cosiddetta "kill chain" costituita da radar di sorveglianza, droni, satelliti, aerei e navi munite di radar e comunicazioni protette per garantire il rilevamento e il monitoraggio costante di obiettivi nemici durante la guerra. Pyongyang potrebbe utilizzare un drone dotato di radar per rilevare un gruppo da battaglia, fornire le coordinate di targeting al lancio e aggiornare i dati di destinazione nella fase finale.

La soluzione ideale per un missile antinave sarebbe una

costellazione di satelliti progettati per la sorveglianza marittima e di un sistema di guida radar attivo in grado di sopravvivere all'ambiente di volo e di fornire dati precisi durante la discesa terminale ripida ed ipersonica.

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