È l'11 maggio la data fissata dal premier francese Édouard Philippe per l'inizio della cosidetta 'fase 2' dopo un lungo e stringentissimo lockdown. Anche la Francia, proprio come l'Italia, si prepara al 'periodo di convivenza con il virus' dopo essere stata funestata da una sequenza drammatica di morti per Covid-19: 23.293 decessi a fronte di 166.036 contagi totali alla data del 28 aprile 2020.
La parola d'ordine resta 'prudenza'. Sebbene il trend epidemiologico d'oltralpe faccia segnare una sensibile inversione di tendenza, il ritorno alla normalità sarà lento e graduale al fine di evitare l'esplosione di nuovi, pericolosi focolai. "Proteggere, testare, isolare", è il nuovo slogan francese ai tempi del Coronavirus che, si spera per un breve periodo, soppianterà il ben più celebre motto di 'libertà, uguaglianza e fraternità'. "Dobbiamo imparare a proteggerci e a convivere con il Covid 19", ha annunciato il premier Édouard Philippe illustrando davanti all'Assemblea nazionale il piano sulla "fase 2" dopo il blocco totale decretato lo scorso 17 marzo.
Più o meno in linea con le linee guida contenute nel Dpcm 27 aprile di Giuseppe Conte, anche il decreto nazionale francese prevede un allentamento delle misure di confinamento. In Francia, riapriranno tutte le attività commerciali - comprese quelle di vendita al dettaglio che, in Italia, restano invece sospese fino al 18 maggio - ad eccezione di bar e ristoranti. Slitta in parte il ritorno a scuola: rimandato il ritorno tra i banchi per gli alunni delle medie e dei licei, ma resta l'obiettivo di aprire materne ed elementari l'11 maggio per il quale si è prodigato con veemenza il presidente Emmanuel Macron.
Le misure di contenimento del contagio pare abbiano sortito i risultati sperati. Stando ai numeri riferiti dal premier Édouard Philippe nel corso della conferenza stampa di martedì 28 aprile, il lockdown avrebbe evitato circa 62mila morti in un mese solo. "È stato uno strumento efficace - spiega il primo ministro - per combattere il virus, per contenere la progressione dell'epidemia, per evitare la saturazione delle nostre capacità ospedaliere e, in tal modo, proteggere i francesi più vulnerabili". Tuttavia, una ulteriore proroga del confinamento sociale potrebbe ingenerare una profonda quanto irreversibile crisi economica: "Potrebbe avere effetti deleteri per l'economia", chiarisce.
Dunque, urge far
ripartire il Paese. Ora, l'imperativo è quello di riaccendere i motori. "Bisogna procedere alla fine progressiva del confinamento, con tutti i rischi e i timori che questo comporta, o si rischia "un'implosione".
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