Coronavirus, Spagna: primo decesso risale al 13 febbraio

In un primo momento sembrava che il decesso fosse da attribuire a una semplice polmonite invece, in seguito a esami post mortem, si è scoperto che la vittima era stata infettata dal coronavirus

Coronavirus, Spagna: primo decesso risale al 13 febbraio

Primo morto in Spagna a causa del coronavirus: si tratta di un uomo deceduto lo scorso 13 febbraio all'ospedale Arnau de Vilanova di Valencia per una polmonite di origine sconosciuta.

In un primo momento sembrava che il decesso fosse da attribuire a una semplice polmonite invece, in seguito a esami post mortem, si è scoperto che la vittima era stata infettata dal Covid-19. Lo riferiscono i media spagnoli, che citano le autorità valenciane. Come fa notare El Mundo, nella penisola iberica si contano 165 casi di coronavirus, di cui 19 nella Comunità Valenciana.

Ana Barceló, ministro della Salute della Comunità Valenciana, ha spiegato che una seconda analisi ha rilevato la presenza di coronavirus. La conferma è arrivata dal ministro nel corso di una conferenza stampa in cui è stato specificato che questo caso era stato rilevato dopo la modifica dei criteri per la definizione dei contagi, presentata dallo stesso ministero il 27 febbraio. È questa che ha spinto le autorità a effettuare una seconda analisi dei “decessi per polmonite di origine sconosciuta”. Nel pomeriggio, oltre alla persona citata, si è aggiunto un altro caso: quello di una donna rilevata presso l'Hospital de Manises.

Occhio alle date

Tutto questo, oltre a sottolineare per l'ennesima volta che il Covid-19 è diventato ormai un problema globale, offre un importante spunto di riflessione. La Spagna aveva già nel proprio territorio il primo morto di coronavirus diversi giorni prima dei contagi ufficiali rilevati all'interno del nostro Paese, nei due focolai del Nord Italia: il 13 febbraio.

Ricordiamo che il primo contagio rilevato in Lombardia, il 38enne di Codogno ricoverato nel reparto di rianimazione del Policlinico San Matteo di Pavia, risale allo scorso 21 febbraio. Nella serata dello stesso giorno si era inoltre registrato il primo decesso italiano da coronavirus: un78enne padovano.

Nel frattempo il ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, ha raccomandato che le prossime partite di ritorno di Champions League ed Europa League su suolo iberico siano giocate a porte chiuse per il rischio contagio coronavirus. E, in particolare - scrive AS sul suo sito - il riferimento è a Valencia-Atalanta di martedì prossimo 10 marzo e Getafe-Inter del 19 marzo.

In mattinata, il direttore del Centro per il coordinamento dei rischi sulla salute e delle emergenze, Fernando Simón, aveva ammesso che sarebbero potute essere istituite misure di controllo in eventi sportivi di massa per impedire l'espansione del coronavirus. "Ora ci sono aree a rischio in cui le persone non dovrebbero essere concentrate", aveva detto Simón.

"Il Consiglio superiore dello Sport, il ministero della Sanità, le comunità colpite e le federazioni sportive dovranno decidere. Questo pomeriggio penso che probabilmente ci sarà una decisione e la comunicheremo", aveva aggiunto. E così è stato.

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