La Cina ha quasi sconfitto l'epidemia di nuovo coronavirus ma per farlo ha dovuto adottare misure durissime, difficilmente replicabili nel resto del mondo, a maggior ragione nelle democrazie liberali occidentali.
Tante sono le testimonianze di italiani che hanno testato sulla propria pelle l'efficienza del “modello cinese”. Uno di questi è Marco, un ragazzo che vive e lavora a Shangai da sette anni. "Quando fanno una regola – ha spiegato a Stasera Italia, in onda su Rete 4 - qui va rispettata. Non ci sono tante alternative. Ti conviene rispettarla".
Marco è uno chef. A febbraio era tornato in Italia per qualche giorno ma al suo ritorno in Cina l'amara sorpresa: quarantena obbligatoria per chiunque rientrasse oltre la Muraglia dal nostro Paese. Il ragazzo ha avuto modo di raggiungere il proprio appartamento e lì ha trascorso il periodo di isolamento richiesto. Fin da subito è stato controllato da medici e forze dell'ordine.
“Hanno applicato sulla mia porta – ha raccontato il ragazzo, riferendosi alle autorità cinesi – una sorta di macchinetta elettronica così che vedevano ogni volta che aprivo la porta. Hanno anche creato una chat nella quale c'erano medici, polizia e il manager del mio building. Ogni giorno dovevo mandare la temperatura corporea (due volte al giorno). E ogni volta che aprivo la porta, per ricevere cibo o buttare spazzatura, dovevo segnalarlo sulla chat e giustificare la mia azione”.
Il rispetto delle regole
Da pochi giorni Marco ha terminato la quarantena e adesso racconta la sua esperienza. “La mia paura più grande – ha aggiunto – era l'idea di dover restare in casa. Così come quella di trovarsi davanti alla porta queste persone con tute spaziali”.
Oggi, a due mesi dal lockdown serrato imposto alla provincia dello Hubei, la Cina si è svegliata dal letargo. I contagi interni sono ufficialmente estinti. Gli unici sono i cosiddetti contagi di ritorno, così chiamati perché portati nel Paese da cittadini provenienti dall'estero. Ma come ha fatto Pechino a uscire dall'incubo? “Questo è stato il loro punto di forza. Quando qualcuno fa una regola, tutti la rispettano”, ha concluso Marco.
Nell'ultimo bollettino in Cina sono stati registrati 31 casi di coronavirus, 30 importati e uno interno, nella provincia di Gansu.
Lo riferisce la Commissione sanitaria nazionale cinese specificando che in totale i morti sono saliti a 3.304, con gli ultimi 4 decessi segnalati a Wuhan, nella provincia dell'Hubei. Le infezioni totali sono 81.470, i casi confermati sono 2.396, di cui 633 in condizioni gravi, e 168 sospetti, mentre 75.770 i guariti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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