Guerra e bombardamenti svuotano le casse dell'Isis

Produzione petrolifera, tasse illegali, tratta dei profughi e sequestri: così l'Isis finanzia la strategia per guerra e terrorismo

Guerra e bombardamenti svuotano le casse dell'Isis

Lo Stato islamico per combattere la sua guerra in Libia e in Siria è perennemente in cerca di risorse. Fondi che servono a pagare i miliziani ma anche a finanziare il terrorismo che spesso bussa alle porte dell'Europa. Ma da dove arrivano i soldi per poter portare avanti la guerra del terrore? Le fonti di finanziamento per il Daesh sono cinque: proventi illeciti dall'occupazione dei territori (saccheggio delle banche ed estorsioni), il controllo dei giacimenti petroliferi, rapina di beni economici e tassazione illegale di tutto ciò che transita per i territori su cui sventola la bandiera nera, i sequestri di persona a scopo di estorsione e infine le donazioni che spesso arrivano dai foreingn fighters. Tutti elemnti questi analizzati, come ricorda il Messaggero, dal Financial Action Task Force, l'organizzazione che monitore il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo. A questo va aggiunto il traffico di illegale di beni archeologici che nei primi 7 mesi del 2016 ha portato nelle casse del Califfo circa duecento milioni di dollari.

Ma in questa corsa al finanziamento c'è stata una brusca frenata dovuta alla perdita di territorio tra il 2014 e il 2016. Così dagli 80 milioni di dollari al mese del 2015, l'Isis ha visto calare i suoi introiti a 56 milioni mensili del 2016, come sottolina la comagnia specializzata in ricerche di sicurezza, Ihs Jane's. Si è ridotta anche la produzione petrolifera che è scesa da trentamila e ventimila barili al giorno. E la produzione del petrolio è forse il fronte più strategico per lo Stato islamico. Negli ultimi mesi sono stati colpiti inoltre anche i depositi monetari che vengono utilizzati dal Califfo per pagare i "dipendenti" (tra cui i miliziani) e per sostenere l'organizzazione e la manutenzione delle infrastrutture. Infine, sempre secondo l'Ihs, in questo momento il 50 per cento delle entrate del califfato arriva soprattutto da tasse e confische. Un altro 43 per cento invece è frutto della produzione petrolifera. Il resto arriva dalla tratta degli esseri umani e dalle rapine.

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