"Transfobia è intolleranza alla diversità di genere. Si basa sull'idea che esistono solo due sessi: maschio o femmina, che risultano inamovibili dalla nascita". Il tweet in questione sta facendo discutere.
Se non altro perché a pubblicarlo è stato il profilo Twitter del Servizio dedito al supporto degli studenti della Università di Leicester. Le critiche, com'era abbastanza scontato che accadesse, sono arrivate dal mondo pro life e pro family. Per quanto il testo in oggetto sia stato rimosso dal social network fondato da Jack Dorsey, infatti, la specificazione del centro di ricerca britannico non è sfuggita all'attenzione delle realtà che si occupano di contrastare l'avanzata della cosiddetta "teoria gender".
Per i progressisti si tratta anche di allargare il campo dei "nuovi diritti". Per i conservatori, invece, bisogna banalmente affermare o riaffermare, parafrasando Chesterton, che le "foglie sono verdi in estate". Le due visioni del mondo, che sono del tutto opposte, si confrontano ormai da anni. E ogni episodio pubblico diventa un'occasione per rimarcare le differenze di fondo che dimorano alla base dei pensieri dei due schieramenti.
In questo senso, va interpretato anche il caso di Leicester. Lifesite News, per esempio, sottolinea come, mediante quel tweet, la transfobia sia stata associata alla negazione dell'esistenza di identità sessuali plurime. Chi pensa che il sesso sia binario, insomma, sarebbe per conseguenza transfobico. Questo, almeno, afferma quel cinguettio. E soltanto chi non ritiene che "maschio" e "femmina" siano sufficienti per descrivere gli orientamenti sessuali della umanità sarebbe in diritto di non essere definito transfobico. Con tutto quello che ne consegue in termini di percezione della tolleranza.
Il portale conservatore ha anche posto un accento sul fatto che il tweet sia partito da un'istituto di ricerca considerato importante. Ma questi scambi, da qualche anno a questa parte, risultano ormai all'ordine del giorno. Così come le bufere mediatiche, che accompagnano il dibattito bioetico con una certa costanza. Un elemento - questo della dialettica continuativa - che interessa soltanto il mondo anglosassone? Proprio no.
Anche l'Italia è interessata da scambi di questa tipologia. L'Italia vive i suoi contrasti. Ieri l'esecutivo ha inaugurato un portale dedicato alla salute, ai diritti ed al benessere delle persone transgender. Differentemente da come ci si aspettava, le rimostranze sono state limitate. Il mondo pro life è forse concentrato su altro: in estate dovrebbe essere approvato il Ddl Zan, che ha come ratio quella di contrastare l'insorgere della omotransfobia. Ecco, quindi, che il tweet di Leicester assume rilevanza anche per il confronto tra i movimentisti di casa nostra.
Antonio Brandi, il presidente di Pro Vita e Famiglia, ha preso una posizione forte in materia: Se a Luglio passa il DDL Zan contro l’omotransfobia in Italia, moltissime persone verranno discriminate: donne dovranno subire la presenza di maschi che si percepiscono femmine nei propri bagni, spogliatoi o palestre solo per donne e insegnanti verranno denunciati se non accettano maschi transgender che si percepiscono donne o usano per questi ultimi, aggettivi non neutri o appropriati". Ma Brandi ha presentato anche altre argomentazioni.
"Poi, con milioni di famiglie che non hanno da mangiare, per Conte e Mattarella può questa legge assurda e divisiva rappresentare una priorità?” - ha proseguito il leader pro life, che si è riferito quindi pure alle conseguenze economiche dello stato pandemico.
Il governo giallorosso sembra però intenzionato a proseguire nella sua marcia, che ha per oggetto anche una serie di liberalizzazione inerenti ai "nuovi diritti". Del resto, già ai tempi della formazione dell'esecutivo, era stata annunciata una piattaforma, la "piattaforma Cirinnà", quale caposaldo in grado di dettare tempi e temi su questi argomenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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