Il caso di George Floyd attraversa l'Oceano e arriva fino al parlamento di Bruxelles. "Tolleriamo il razzismo da troppo tempo: deve finire", ha detto perentoria la presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen nel suo intervento davanti ai deputati europei riuniti oggi in sessione plenaria.
L’assemblea si è aperta con un minuto di silenzio per l’afro-americano brutalmente assassinato da un poliziotto a Minneapolis e a "tutte le vittime di violenza, razzismo e discriminazione". "Nella nostra Unione – ha poi esordito la commissaria - non c'è posto per il razzismo". Il suo discorso è quasi un mea culpa. "Guardate quest’emiciclo – si rivolge ai colleghi – la diversità della nostra società non è rappresentata e io sono la prima ad ammettere che le cose non vanno meglio nel collegio dei commissari o nello staff della Commissione".
Per questo, ha aggiunto Von Der Leyen, "c’è bisogno di parlare di razzismo e c’è bisogno di agire". "Cambiare direzione è sempre possibile, se c’è la volontà", assicura. L’esempio di "un piccolo passo nella direzione giusta" è il cambio di rotta avvenuto negli ultimi anni nel sistema di reclutamento dell’esercito tedesco. In passato, ha ricordato la commissaria, che in Germania è stata anche ministro della Difesa, "avevamo eccellenti candidati, che sarebbero stati risorse preziose per le forze armate, a volte risorse rare, come persone che parlano l'arabo o il farsi, ma queste risorse non erano valutate, per niente".
"Eppure – ha aggiunto - in una missione all'estero, competenze simili possono salvare la vita dei compagni". Per questo, ha annunciato, la prossima settimana si aprirà un "dibattito strutturato sul razzismo presso il collegio della Commissione europea". L’obiettivo è imporre lo stesso cambiamento, superando "i pregiudizi inconsci" e dando forma concreta al motto "uniti nella diversità". "Non possiamo fermarci a condannare il razzismo ma dobbiamo essere vigili e consapevoli – ha chiarito - se lo incontriamo, dobbiamo parlare e agire immediatamente".
Non tutti, però, sono d’accordo con lei. Protesta su Facebook l’eurodeputato della Lega, Vincenzo Sofo: "La Von Der Leyen utilizza un’inesistente emergenza razzismo per aprire alla possibilità di introdurre delle vere e proprie 'quote nere' per gli immigrati all’interno delle istituzioni politiche, delle forze armate, della pubblica amministrazione, del mondo accademico e privato". "
Anche se venissero introdotte – ci spiega al telefono da Bruxelles – non servirebbero a favorire un reale coinvolgimento di una fetta della popolazione alla gestione della cosa pubblica bensì a distorcere le modalità di selezione della classe dirigente per competenze, mortificando le capacità degli stessi immigrati". "Parlando di sottorappresentazione nella vita economica, sociale e politica - aggiunge – la presidente della Commissione, al contrario palesa un vero spirito razzista, dividendo la popolazione in categorie e garantendo opportunità non in base al merito ma al colore della pelle".
"Se al principio meritocratico si sostituisce un principio razziale che garantisce opportunità solo per il fatto di appartenere a una certa etnia, si contribuisce a creare odi e si ostacola la crescita della comunità", annota Sofo. Assicurare agli stranieri "quote di rappresentanza" in settori strategici, come ad esempio quello militare, secondo il parlamentare, non è esente da rischi. "Basta guardare quello che è successo negli ultimi anni in Francia, con gli immigrati di seconda o terza generazione appartenenti alle forze dell’ordine e aderenti all’ideologia islamista, o nella stessa Germania, dove la maggioranza della popolazione tedesca di origine turca ha dichiarato in un sondaggio che prenderebbe le parti di Ankara nel caso di un conflitto con Berlino".
Insomma, attacca l'eurodeputato del partito di Matteo Salvini, non si può "promuovere l’immigrazione selvaggia stipandola nelle periferie, senza curarsi del fatto che aggiungere poveri ai poveri crea una competizione feroce tra le fasce deboli che fanno saltare in aria l’equilibrio sociale".
"Basta guardare – continua Sofo – a quello che sta accadendo in questi giorni a Digione, dove bande di immigrati hanno preso in ostaggio una città intera a colpi di kalashnikov, e in tutte quelle periferie in cui le forze dell’ordine non possono più neppure entrare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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