Mentre il bilancio delle vittime si fa sempre più pesante, con 65 morti accertati e 279 dispersi, si registra la prima svolta nelle indagini sul crollo della diga di Brumadinho, nello Stato brasiliano del Minas Gerais. La procura statale ha arrestato in detenzione preventiva cinque ingegneri, due dei quali lavorano per un'azienda tedesca. Gli inquirenti hanno motivato i cinque fermi con la necessità di "valutare la responsabilità penale dell'azienda Vale nella rottura della diga della miniera di Corrego do Feijao".
Nel comunicato, la procura ha voluto precisare che i tre ingegneri di nazionalità brasiliana arrestati a Belo Horizonte e dipendenti della Vale sono "direttamente coinvolti" nel processo di concessione delle licenze che consentono alla miniera di operare. Gli altri due lavorano per la tedesca TUV SUD, che in settembre ha presentato un certificato di stabilità della diga. Contattata a Berlino nelle ore immediatamente successive al crollo - che aveva causato a sua volta il cedimento di altre due dighe più piccole finendo per scatenare un disastro ambientale senza precedenti - l'azienda aveva assicurato che "nessun difetto è stato trovato" durante l'ispezione della diga.
I cinque ingegneri fermati saranno interrogati nei prossimi giorni per accertare le loro eventuali responsabilità. In base alla legge brasiliana, la detenzione preventiva degli ingegneri non può durare più di 30 giorni e di qui alla fine di febbraio saranno tutti ascoltati dall'accusa di Minas Gerais. Nel frattempo Vale, la multinazionale di minerale di ferro proprietaria dell'ormai ex diga di Brumadinho, ha reso noto che sta "collaborando pienamente con le autorità, contribuendo alle indagini e al sostegno delle famiglie" coinvolte nella tragedia.
Una tragedia dai risvolti anche economici. Dal giorno del crollo, a Wall Street, le azioni della Vale hanno perso un quarto del loro valore, per un crollo della capitalizzazione pari a oltre 18 miliardi di dollari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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