"Draghi resti premier": il Financial Times "vota" Super Mario

Il quotidiano della City di Londra sostiene l'ipotesi che vede Mario Draghi restare a Palazzo Chigi. Vediamo perché

"Draghi resti premier": il Financial Times "vota" Super Mario

Il Financial Times "vota" Mario Draghi. E lo fa con una presa di posizione forte: un editoriale firmato dalla redazione nel suo complesso, che sottolinea perché, a detta del quotidiano della City di Londra, "l'Italia abbia ancora bisogno di Draghi" come presidente del Consiglio. Il Ft è da tempo un sostenitore dell'esecutivo italiano guidato dall'ex governatore della Banca centrale europea e suo storico editorialista, che alla testata ha rilasciato due dei suoi più importanti interventi dal 2020 a oggi: l'editoriale del marzo 2020 in cui perorava discontinuità e investimenti contro la recessione da Covid-19 e la lettera congiunta con Emmanuel Macron del dicembre 2021 in cui chiedeva all'Europa una svolta per costruire un'Unione Europea "diversa, più forte, più sostenibile, più equa". Ora il quotidiano della City di Londra non si nasconde.

"La migliore speranza è che Draghi continui a essere presidente del Consiglio il più a lungo possibile", scrive il Ft a proposito della crisi aperta dalla spaccatura di Giuseppe Conte con il governo e che cade "nel momento peggiore per la confusione politica italiana", in una situazione segnata dal caro vita, dalla crisi energetica, dalla guerra in Ucraina e dalle nuove mosse della Banca centrale europea. "La priorità" per il nostro Paese è "approvare il prossimo bilancio e portare avanti le riforme necessarie per sbloccare la prossima tranche del fondo di recupero Covid-19 dell'Ue da 750 miliardi di euro, di cui 200 miliardi destinati all'Italia" portando avanti "le politiche essenziali nei prossimi mesi".

L'Italia è ora in crisi politica e per il Ft questo significa il venire meno dell'innaturale stabilità portata dall'esecutivo di Draghi. Sapendo che la premiership di Draghi ha una data di scadenza, il sistema politico nazionale "non è riuscito a convincere i mercati che può trovare una strada plausibile per continuare le sue riforme di cui l'Italia ha un disperato bisogno" e la drammatica problematicità di ricambio ai vertici è per il Ft indicato anche dalla scelta del Parlamento di confermare per un secondo mandato Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. "I partiti politici italiani", è la tesi del Ft, "dovrebbero impegnarsi nelle riforme di Draghi e spingerlo a rimanere fino alle elezioni" anche per dare un "messaggio forte" in grado di invertire il trend che parla di un "indebolimento politico" dei governi europei. In fondo il timore principale del Ft è il fatto che la caduta del governo sarebbe legata, tra le altre cose, alle rivendicazioni di Conte e del Movimento Cinque Stelle di una maggiore cautela sul sostegno all'Ucraina e "aprirebbe un nuovo vuoto politico in Occidente".

Il sostegno del Ft è il più esplicito di una serie di appoggi arrivati a Draghi dalla stampa internazionale di carattere economico finanziario. Il Wall Street Journal definisce Draghi come “una delle voci più forti tra i leader europei a favore delle sanzioni economiche contro Mosca e delle spedizioni di armi in Ucraina", giudicato uno dei motivi che rende il suo governo strategico per Washington. "Draghi", nota il Wsj, "si è anche espresso a favore della candidatura dell'Ucraina all'adesione all'Unione Europea, una posizione a cui hanno ora aderito anche Francia e Germania, precedentemente scettiche".

Infine l'Economist si è detto preoccupato del fatto che se i pentastellati restassero al governo "Super Mario si troverebbe a essere lo skipper di una nave in cui alcuni tra i marinai si riserverebbero di tanto in tanto il diritto all'ammutinamento". Non è un mistero, in fin dei conti, che nella crisi di governo a Washington e Londra e negli ambienti economico-finanziari che scommettono sull'Italia si tifi esplicitamente Mario Draghi.

Le parole delle maggiori testate del settore hanno un peso indubbio e mostrano quanto i riferimenti internazionali del premier puntino sull'Italia perché resti un faro di stabilità nell'Occidente messo all'angolo dalle crisi di alcuni dei più autorevoli dei suoi governi.

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