Ecco le carte segrete dello Zar: “Così pensava di vincere subito”

Un gruppo hacker vicino ad Anonymous ha pubblicato su Twitter dei documenti che dimostrano come Putin avesse in mente di attaccare l'Ucraina già dal 18 gennaio

Ecco le carte segrete dello Zar: “Così pensava di vincere subito”

Vladimir Putin pensava di colpire l'Ucraina già dalla seconda metà di gennaio. Anonymous ha pubblicato sul suo profilo Twitter dei documenti che rivelano le mappe e le date dell'invasione russa in Ucraina.

"Documenti presi alle truppe russe mostrano che la guerra in Ucraina è stata approvata il 18 gennaio e che il piano iniziale per colpire l'Ucraina prevedeva un attacco dal 20 febbraio al 6 marzo", scrive il collettivo di hacker nel tweet in cui allega anche alcune pagine di questi documenti. Nella prima si legge in cirillico "Flotta del Mar Nero" e "Mappa di lavoro". A confermare la veridicità della notizia sono state le forze armate ucraine che, sempre via social, fanno sapere che "gli occupanti russi perdono non solo equipaggiamento e vite umane. In preda al panico, lasciano sul campo anche documenti segreti". In pratica, in base a queste nuove informazioni, detenute ora dai servizi di sicurezza dI Kiev, risulta chiaramente che Vladimir Putin aveva approvato i piani d'attacco all'Ucraina lo scorso 18 gennaio, ossia parecchi giorni prima che le truppe russe cominciassero la loro offensiva. L'intenzione di Putin era quella di invadere l'intero territorio ucraino in soli 15 giorni, ossia dal 20 febbraio al 6 marzo. "Diremo una cosa agli occupanti russi – è la conclusione del post delle forze armate ucraine -: seminate in giro le vostre attrezzature e i documenti segreti, ci serviranno prima per i nostri difensori, e poi per l’Aia", ossia la Corte penale che giudica sui crimini internazionali contro l’umanità e i crimini di guerra.

Intanto, un gruppo hacker vicino ad Anonymous, 'NB65', ha colpito l'agenzia spaziale russa Roscosmos che, però, ha smentito di aver perso il controllo dei propri satelliti. Certo è che è stato congelato il lancio di 36 satelliti della costellazione OneWeb per le connessioni internet, previsto con un razzo Soyuz. L'attacco cybernatico è stato rivendicato con un tweet in cui si comunicava che"la Russia non ha più il controllo sui propri satelliti-spia". Il direttore generale di Roscosmos, Dmitry Rogozin, intervistato da Russia24, ha rilevato che gli attacchi alle infrastrutture spaziali possono essere considerati motivi di guerra. Alcune ore dopo è emerso il caso del lancio dei satelliti OneWeb, programma spaziale dell'omonima azienda anglo-indiana. Si tratta di 36 nuovi satelliti che erano già presenti sul suolo russo da varie settimane e che sarebbero dovuti essere lanciati dal Cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, da un razzo Soyuz con lo scopo di offrire connessione internet dallo spazio.

Rogozin, nel corso dell'intervista, ha dichiarato lo stop al lancio di OneWeb e, a nome dell'agenzia spaziale russa, ha posto due condizioni: ottenere garanzie sul non utilizzo militare dei satelliti e il ritiro del governo britannico dall'azionariato di OneWeb, nel quale era entrato nel 2020 per salvare l'azienda dalla bancarotta e di cui detiene oggi il 42% delle quote.

Roscosmos ha, inoltre, annunciato che un primo gruppo di tecnici russi ha lasciato il Centro spaziale europeo in Guyana Francese, mentre la Nasa continuerà a fare uso degli Atlas V (razzi i cui motori del primo stadio sono di fabbricazione russa), anche senza il supporto del personale finora messo a disposizione dall'agenzia spaziale russa.

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