Una bacchetta in mano puntata su una cartina geografica, lui in piedi a spiegare cosa sta accadendo nei territori indicati e poi, davanti a sé, i ministri del suo governo e il capo delle sue forze armate con dei volti non proprio sereni. Il video che ritrae il presidente bielorusso Alexandar Lukashenko, alleato di Putin, durante l'ultima riunione del consiglio di sicurezza ha fatto il giro del mondo. E ha destato non poche domande sull'attuale situazione in Ucraina.
Quel piano per arrivare in Transnistria
Nella mappa Lukashenko ha progressivamente indicato gli obiettivi militari colpiti da russi e bielorussi. È bene specificare che Minsk sta attivamente partecipando con Mosca alle operazioni militari. Il ruolo bielorusso non è più quello di essere base logistica per l'avanzata russa nel nord dell'Ucraina, i soldati guidati da Lukashenko sono pronti a entrare in territorio ucraino e dal territorio bielorusso sono stati sparati diversi razzi verso l'altra parte del confine.
Per cui il presidente sta illustrando quanto sta avvenendo e quali risultati sono stati raggiunti. Ma soprattutto, a ben guardare la cartina, sta spiegando anche cosa dovrebbe prevedere il prossimo futuro. Lukashenko a volte indica la sua bacchetta verso la parte dove la cartina rappresenta il sud dell'Ucraina.
Qui è illustrata una manovra di sbarco nella zona di Odessa. E poi un'avanzata verso ovest. Lì dove insiste un altro confine molto caldo, quello con la Moldavia. O, per meglio dire, con la Transinistria. Ossia con quella regione solo formalmente moldava, ma de facto governata da uno Stato non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale.
Tiraspol, la capitale di questo Paese fantasma, di recente è balzata agli onori delle cronache per la squadra che in Champions League ha battuto il Real Madrid. Chi arriva da queste parti può notare statue di Lenin e simboli del Partito Comunista. Il 1991 non è mai arrivato, si ha l'impressione di un museo a cielo aperto dell'Unione Sovietica. Questo perché la striscia di terra sfuggita dal controllo moldavo è abitata da popolazioni russofone. Si tratta di ucraini o emigrati russi attratti dalle miniere della zona negli anni sovietici.
Mezzo milione di persone in gran parte contrarie alla definitiva annessione con la Moldavia. Nel 2015 il governo della Transnistria ha chiesto l'unificazione con la Russia, ma Mosca non ha accettato. Ma nulla vieta di pensare che adesso, con l'invasione dell'Ucraina, russi e bielorussi possano muoversi verso questo territorio.
Un contingente russo già c'è ed è stato piazzato a seguito del cessate il fuoco tra Tiraspol e Chisinau del 1992. Ma è di poche unità, non sufficienti eventualmente a supportare una forza di occupazione. Uno sbarco ad Odessa quindi potrebbe prevedere l'arrivo in Transnistria di numerosi soldati di Mosca.
Se l'azione fosse effettuata, di fatto si trascinerebbe in guerra anche la Moldavia. Anche se Chisinau non controlla la regione, un ingresso russo in Transnistria per il diritto internazionale costituirebbe un'invasione del territorio moldavo. La Moldavia, in gran parte abitata da cittadini di lingua rumena ma un tempo appartenente all'Urss, non fa parte della Nato e l'Alleanza Atlantica non sarebbe automaticamente trascinata nel conflitto. Tuttavia i rapporti tra Chisinau e Bruxelles (intesa sia come sede Nato che come sede Ue) negli ultimi anni si sono intensificati. L'attacco dunque potrebbe comunque portare a gravi conseguenze politiche.
Verità o bluff?
Viene però da chiedersi se la mappa illustrata da Lukashenko non contenga una trappola. Se cioè il presidente bielorusso l'abbia voluta mostrare solo per ingannare gli avversari. Illudere l'occidente di un coinvolgimento della Moldavia per raggiungere invece altri obiettivi in Ucraina. Al momento la situazione a Odessa è molto tesa. Da giorni gruppi di cittadini sono assiepati lungo le spiagge affacciate sul Mar Nero in quanto più volte si sono diffuse sui social voci di un imminente sbarco anfibio della Russia.
Così non è stato, almeno per il momento. Vero però che Mosca potrebbe prendere la città via terra. Specialmente dopo l'avanzata su Kherson, città ad ovest del fiume Dnepr, vera porta sulla fascia ucraina del Mar Nero.
A proposito della cartina di Lukashenko, c'è un altro dettaglio da non sottovalutare: l'Ucraina appariva divisa in quattro parti. Non si sa se per comodità di illustrazione delle operazioni militari oppure perché, tra Mosca e Minsk, girino già idee su una futura divisione del Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.