Erdogan continua ad accusare la Merkel di "aiutare i terroristi"

"Perché nascondete i terroristi nel vostro Paese?". Erdogan torna allo scontro

Erdogan continua ad accusare la Merkel di "aiutare i terroristi"

Basta consultare la prima pagina dello Star, quotidiano turco dalla linea smaccatamente pro-governativa, per capire come non sia una novità di oggi l'accusa di "sostegno al terrorismo" che da Erdogan viene rivolta al cancelliere tedesco Merkel, accusato di non fare abbastanza contro una serie di organizzazioni che vanno dal Pkk agli adepti di Gulen, per passare da singoli individui che per questa stessa ragione sono in carcere, come il corrispondente del Die Welt, Deniz Yucel, il cui arresto è stato confermato alla fine del mese scorso.

In piena campagna referendaria, con i rapporti tra Turchia e Paesi europei più tesi che mai, dopo la decisione di Austria, Germania, Olanda, Danimarca e Svezia di dire "no" ai comizi dei ministri per spingere il "sì" che farebbe del Paese una repubblica presidenziale, priva dei "check and balances" necessari a garantire che non si trasformi in quella autocrazia sulla cui strada sembra da tempo diretto. Contrasti a cui si aggiunge il parere pubblicato oggi dalla Commissione di Venezia, che condanna apertamente la proposta di modifica della Costituzione.

"Signora Merkel - è tornato a tuonare oggi il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan - perché nascondete i terroristi nel vostro paese? Perchè non fate nulla? Voi li sostenete". Accuse che arrivano da un'emittente A-haber, tanto schierata quanto lo Star, come gran parte della stampa in una Turchia in cui pubblicare o mandare in onda opinioni che deviano dalla linea presidenziale è un mestiere rischioso e sotto attacco.

Germania terrorista

Lo sa bene, appunto Deniz Yucel, che per alcuni dei suoi articoli è stato definito dalla stampa locale "un sicario del Pkk", arrestato come sostenitore del terrorismo nonostante la sua doppia nazionalità, turca e tedesca. Nell'ampia definizione di terrorismo che Ankara dà e che include molte delle possibili espressioni di dissenso, ci sono anche i 4.500 nomi di un dossier che dalla Turchia è stato inviato da tempo in Germania. Tra le accuse di Erdogan anche la scarsa attenzione che è stata riservata a quelle carte.

Che Erdogan possa o meno avere ragioni - il Pkk è considerato organizzazione terroristica anche a Berlino e in altri Paesi europei - e che qualcosa si stia facendo o meno - di recente la Germania ha messo al bando una serie di simboli considerati legati all'immaginario del Partito curdo dei lavoratori, da decenni in armi contro lo Stato turco -, la retorica iper-nazionalista del presidente Erdogan ha un obiettivo preciso, quello di

arrivare al 16 aprile con abbastanza persone dalla sua parte per ottenere quelle modifiche alla Costituzione che lo porteranno ad avere un controllo ancora più ampio sulla direzione in cui il Paese andrà nei prossimi anni.

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