Etiopia sull'orlo della guerra civile

In Etiopia il governo reprime le minoranze oromo e amhara facendo più di 100 morti, i due gruppi etnici potrebbero allearsi contro Addis Abeba e dar vita a una guerra civile

Etiopia sull'orlo della guerra civile

E' in piena crisi politica e umanitaria l'Etiopia e le proteste che stanno ora travolgendo Addis Abeba potrebbero avere degli sviluppi sempre più tragici. Durante il week end infatti delle manifestazioni della popolazione oromo e amhara sono state duramente represse nel sangue. Quasi 100 morti e centinaia di arresti e ora René Lefort esperto di Corno d'Africa, ai microfoni di Rfi, ha dichiarato che: ''Le ultime grandi manifestazioni stanno segnando una tappa ulteriore nella crisi che attraversa l'Etiopia e non è da escludere a priori la parola ''guerra civile'' ''.

Per comprendere però che cosa sta succedendo nell'ex colonia italiana occorre fare un passo indietro. Novembre 2015, le autorità di Addis Abeba annunciano un piano di sviluppo dell'area della capitale e questo progetto prevede l'espropriazione di parte delle terre degli oromo. Un'etnia maggioritaria nel paese ma da sempre discriminata. Avvengono proteste e pure in quel caso terminano con un bilancio drammatico. Stando al rapporto di Human Rights Watch più di 400 persone sarebbero morte durante le contestazioni di fine 2015. Il progetto è stato interrotto dal governo, ma la protesta degli oromo no. Sono proseguite infatti mobilitazioni del gruppo etnico per denunciare l'emarginazione e l'esclusione dalla vita economica e politica del Paese.

Quello che è successo negli ultimi giorni è un' ulteriore escalation della tensione, perchè a scendere in strada oltro agli oromo c'è anche il gruppo amhara che invece ha dimostrato contro i confini federali tracciati decenni fa e che hanno escluso parte della popolazione amhara dalle proprie terre. Come era prevedibile le mobilitazioni hanno toccato anche il tema della violazione dei diritti umani, la liberazione dei prigionieri politici e la mancanza di democrazia e di libertà civili da parte di un governo che è sempre più un regime.

Difronte alle proteste l'esecutivo ha risposto con la repressione e il primo ministro Haile Mariam Dessalegn oltre a soffocare la voce dei manifestanti ha anche fatto oscurare internet e tolto la copertura telefonica al Paese per più di 48 ore.

Ora lo scenario che si prospetta per l'Etiopia non è dei migliori.

Oromo e amhara, che insieme formano il 60% della popolazione, sono storici rivali ma potrebbero dar vita a un'alleanza contro il potere centrale, e la frattura della popolazione etiope in due parti rischierebbe di far aumentare le violenze. Non è da escludere quindi che il Paese possa naufragare verso uno scontro armato che provocherebbe un terremoto di proporzioni dramattiche nella già precaria regione del Corno d'Africa.

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