"Islamici hanno diritto di uccidere i francesi". Bufera sull'ex premier malese

Twitter ha subito rimosso le parole infuocate dell’ex premier della Malesia, ma Parigi pretende la sospensione dell'intero profilo social di Mohamad

"Islamici hanno diritto di uccidere i francesi". Bufera sull'ex premier malese

All’indomani dell’attentato islamista di Nizza, costato la vita a tre persone, l’ex primo ministro della Malesia Mahathir Mohamad è finito nella bufera per alcune dichiarazioni incendiarie, con cui ha espresso la tesi per cui i musulmani avrebbero il “diritto di uccidere i francesi”. Le parole incriminate del 95enne ex capo di governo, al potere nel Paese asiatico per un lasso di tempo complessivo pari a 24 anni, giungono proprio al culmine di settimane in cui le autorità d’Oltralpe, per la loro strenua difesa del “diritto alla blasfemia”, si sono trovate nel mirino di importanti esponenti della comunità maomettana globale. Ad attirare sulle istituzioni francesi, in particolare sul presidente Emmanuel Macron, le ire del mondo islamico è stato soprattutto il loro recente e aperto sostegno nei riguardi dei vignettisti di Charlie Hebdo, autori di numerose vignette dissacranti su Maometto e su diversi capi di Stato musulmani. Ultimamente, gli autori satirici in questione hanno messo in ridicolo il presidente turco Erdogan, venendo subito accusati da Ankara di odio verso l’islam.

Mentre la Francia è ancora in preda allo choc dovuto all’attentato jihadista andato in scena a Nizza, hanno immediatamente causato grande indignazione nel mondo le parole pubblicate ieri su Twitter dal malese Mahathir Mohamad, anche se non esplicitamente attinenti a quanto avvenuto nel dipartimento delle Alpi Marittime. Mediante dei tweet infuocati, prontamente rimossi dai vertici dell’azienda digitale, l’ex premier asiatico, che a febbraio ha perso la guida del governo di Kuala Lumpur, ha innanzitutto postato l’affermazione per cui i musulmani dovrebbero ormai decidersi ad applicare la regola “occhio per occhio”, ossia la legge del taglione, per vendicarsi dei crimini commessi dalla Francia nella propria storia. Il popolo francese, a detta del politico 95enne, avrebbe in passato, al contrario degli islamici, fatto abbondante uso della legge del taglione e ciò impedirebbe agli stessi transalpini di ergersi a maestri di morale.

Cittadini e autorità d’Oltralpe dovrebbero piuttosto impegnarsi senza sosta a insegnare ai propri connazionali il rispetto per le altre culture.

La serie di tweet infuocati di Mohamad, autore in passato di frasi offensive verso ebrei e omosessuali, è quindi proseguita con la pubblicazione su Internet delle seguenti parole, poi oscurate dall'azienda americana: “I francesi, nel corso della loro storia, hanno ucciso milioni di persone. Molte di queste erano di fede musulmana. Gli islamici hanno quindi il diritto di essere arrabbiati e di uccidere milioni di francesi per i massacri del passato”.

In precedenza, l’ex primo ministro della Malesia aveva pubblicato sul social citato delle considerazioni sull’assassinio del docente transalpino Samuel Paty, decapitato da un 18enne ceceno per avere mostrato in classe ai suoi studenti delle caricature su Maometto. In merito all’uccisione del professore, Mohamad, pur condannando la decapitazione di Paty, aveva puntualizzato: “Se tu non rispetti la religione professata dalla gente, la gente infuriata alla fine ammazza”.

Il politico anziano si era inoltre contestualmente scagliato allora contro l’attuale inquilino dell’Eliseo, accusando Macron, colpevole di avere ribadito l’importanza in Francia della libertà di fare satira anche sulle religioni, di essere “estremamente selvaggio” e incivile.

I tweet al vetriolo dell’ex capo di governo della Malesia hanno immediatamente suscitato un forte sentimento di ribrezzo nel mondo, con il premier australiano Scott Morrison che li ha bollati come “incomprensibili e abominevoli”.

La reazione delle autorità di Parigi alle parole di Mohamad non si è fatta attendere.

Cedric O, ministro transalpino per le Comunicazioni digitali, ha appunto appena affermato di avere sollecitato i vertici di Twitter a sospendere al più presto il profilo social ufficiale dell’ex capo del governo della Malesia.

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