F-35B, prima missione di addestramento in modalità Bestia

In modalità Bestia d'attacco al suolo, l'F-35 può trasportare sei GBU-31, due AIM-120 AMRAAM e due AIM-9X Sidewinder

F-35B, prima missione di addestramento in modalità Bestia

Per la prima volta un F-35B ha svolto una missione di addestramento in modalità Bestia. Il Lightning II del Medium Marine Tiltrotor Squadron 262 del 31° Marine Expeditionary Unit, è decollato dalla nave d'assalto anfibia USS Wasp (LHD 1) per una missione di addestramento che si è svolta nei mari delle Filippine e della Cina orientale.

F-35B: Modalità Bestia, ma quale?

Bisogna fare attenzione ai sistemi d’arma trasportati dall’F-35B delle Flying Tigers del Corpo dei Marine. E’ certamente una configurazione d’attacco al suolo con bombe a guida laser GBU-12, ma diversa da quella prospettata teoricamente da Lockheed Martin con le GBU-31 in load-out ottimizzato. L’F-35B è stato configurato con due missili AIM-9X sui piloni esterni e quattro bombe a guida laser GBU-12 da 230 kg. Ignoriamo la configurazione interna. Nel comunicato ufficiale diramato dal Corpo dei Marine si legge che “durante le missioni di addestramento che si sono svolte tra il 26 gennaio e il 6 febbraio scorso, le piattaforme di quinta generazione sono state configurate con missili CATM-9X (acronimo per Captive Air Training Missile), bombe inerti GBU-12 Paveway II e GBU-32.

F-35: Beast Mode

Il 29 dicembre dello scorso anno, Lockheed Martin svelò sul proprio sito istituzionale il massimo carico comparativo di un F-35 in configurazione stealth (a bassa osservabilità) e Beast (load-out ottimizzato). In configurazione aria-aria, l’F-35 trasporterebbe internamente quattro missili a medio raggio AIM-120 AMRAAM. In configurazione d’attacco al suolo, l’F-35 sarebbe armato con due AIM-120 e due GBU-31. In entrambi i casi si tratta del carico interno per missioni standard. Se quello stesso F-35 fosse configurato in Beast Mode aria-aria, la piattaforma della Lockheed potrebbe essere equipaggiata con 14 missili AMRAAM e due Sidewinder. Il carico utile si trasformerebbe in sei GBU-31, due AIM-120 AMRAAM e due AIM-9X Sidewinder nella configurazione Beast Mode d’attacco al suolo.

“Le minacce in evoluzione rendono la superiorità aerea più importante che mai. E solo l'F-35 può fornire agli Stati Uniti e alle forze alleate di tutto il mondo la forza necessaria per sconfiggere le minacce mantenendo una consapevolezza situazionale ineguagliata. In modalità stealth, l'F-35 può infiltrarsi nel territorio nemico trasportando internamente il suo carico utile di 2,600 kg. Stabilito il dominio aereo l'F-35, configurato in modalità beast con una capacità combinata interna ed esterna di oltre diecimila kg, ritornerà in battaglia per finire il combattimento”.

F-35: Perché la configurazione Beast?

Il caccia universale

Il concetto di caccia universale è stato un totale fallimento per il Pentagono. Il programma Joint Strike Fighter semplicemente non ha funzionato nel modo in cui i militari avevano sperato con sogno di un caccia universale rimasto tale. Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna ritornare agli esordi del programma JSF. Tra le direttive del Pentagono, oltre alle specifiche tipiche di un caccia tattico a bassa osservabilità, una linea principale di volo formata da tre versioni dello stesso caccia che avrebbero dovuto condividere il 70% delle parti in comune. Il programma Joint Strike Fighter, quindi, nasceva con l’obiettivo di sostituire le otto principali famiglie di piattaforme in servizio con gli Stati Uniti con tre varianti dell’F-35: la versione A per l’Air Force, la B con un sistema propulsivo diverso per il Corpo dei Marine e la C ottimizzata per l’US Navy. La speranza del Pentagono era quella di avere una sola piattaforme in grado di sostituire F-15 e F-16 nel dogfight. In grado di eccellere nel ruolo CAS in sostituzione dell’A-10 e che fosse in grado di rilevare l’intera flotta Hornet. A supporto dei Marine, l’F-35 avrebbe rimpiazzato l’Harrier. L’innegabile vantaggio economico di una sola piattaforma avrebbe incrementato l'efficienza nella produzione e formazione, risparmiando centinaia di miliardi di dollari. Il Pentagono, se avesse avuto quella piattaforma polivalente, avrebbe stornato le somme risparmiate negli altri programmi della Difesa. Un caccia per certi versi modulare, in grado di essere modificato in tempi relativamente brevi, forte di quel 70% dei sistemi in comune tra le tre versioni dello stesso caccia. Quel 70% di parti in comune tra le tre varianti, si rivelerà impossibile da raggiungere. Oggi, grazie anche alle continue specifiche che ogni ramo delle forze armate ha preteso nella propria variante, le versioni A, B e C dell’F-35 sono per lo più incompatibili tra di loro. Le tre versioni hanno soltanto il 20/25% delle parti in comune. La natura concettuale dello Joint Strike Fighter non ha funzionato nel modo in cui i militari speravano, con la nascita di una piattaforma universale. La cosa principale che le tre versioni hanno in comune è la designazione F-35. Per il resto, anche il disegno inizia a differenziarsi a seconda delle versioni. La sesta generazione non avrà alcuna sovrapposizione tra Marina ed Aeronautica: saranno aerei profondamente diversi.

F-35: il problema concettuale

L'F-35 è ancora un sistema d'arma in divenire viziato da un problema concettuale. Basti pensare che in un documento ufficiale a firma del tester del Pentagono rilasciato parzialmente poche settimane fa si rileva che “la vita media degli F-35B acquistati dai Marine è di circa 2100 ore sulle ottomila previste. Ciò significa che il ciclo vitale delle cellule raggiungerà il limite nel 2026”.

L’F-35 è stato pensato per essere utilizzato dai tre rami principali delle forze armate Usa, ognuna delle quali aveva precise richieste. Come risultato, l'aereo è stato progettato per essere un bombardiere, una piattaforma tattica e per il supporto alla fanteria. Dobbiamo pensare all’F-35 come parte di un'architettura complessa composta da diverse piattaforme. L’F-35 dovrebbe conferire innegabili vantaggi in un determinato contesto operativo grazie alla sua bassa osservabilità, capacità dei sensori di bordo ed integrazioni delle informazioni con altre piattaforme. Fattori che conferiscono all'F-35 un enorme vantaggio rispetto ai velivoli che andrà a sostituire. Non è un caccia puro e non lo sarà mai. Non possiede la quota né la velocità dell’F-22, ma dovrebbe essere in grado di eliminare i nemici oltre il raggio visivo sfruttando la sua bassa osservabilità e l’avionica (anch’essa in divenire). I velivoli di quinta generazione come l’F-22 e l’F-35 non sono caccia puri, non sono dei veri fighter. Sono velivoli ottimizzati per diversi regimi di minacce ed in grado di compiere svariate missioni. Proprio il velivolo specifico non esiste più. Esiste, invece, la piattaforma aerea multiruolo che può svolgere una miriade di missioni egregiamente, probabilmente non eccellendo in nessun ruolo. L’F-35 non è stato progettato per il dogfighting ne per duellare nell’uno contro uno. E’ stato pensato per eliminare il nemico a distanza.

L'F-35, vettore tecnologico di prima fascia che per natura concettuale non potrà essere una piattaforma missilistica da battaglia per il dominio aereo integrato, è concepito come il fulcro del vero arsenale volante nella tattica aerea del futuro.

Il branco F-35

Il nove agosto scorso un F-35A della Royal Netherlands Air Force in configurazione Bestia d'attacco al suolo, è stato immortalato sulle montagne della Sierra Nevada dal famoso fotografo olandese Frank Crebas. Il Lightning II del 323 Test & Evaluation Squadron, decollato dalla base di Edwards, trasportava esternamente quattro bombe a guida laser GBU-12 da 500 libbre e due Sidewinders AIM-9X. Il filmato, pubblicato sul canale Youtube di Crebas e sul suo profilo Facebook (May I introduce to you: the DUTCH F-35A Lightning II in BEAST MODE), mostra la piattaforma tattica di quinta generazione della Lockheed Martin che manovra nel Rainbow Canyon, noto anche come Star Wars Canyon, in California.

Pubblicamente la configurazione Beast aria-aria pari a sedici missili non è mai stata testata sull’F-35A. Parliamo quindi di un carico teorico, anche se ignoriamo possa essere compatibile con le versioni dello JSF a decollo corto ed atterraggio verticale e per l'uso su portaerei convenzionali dotate di catapulte (Lockheed non lo dice). Nella strategia di sviluppo del programma JSF, il Beast mode aria-aria non risulterebbe nella timeline software. Hardware e specifiche risorse per tale configurazione sembrerebbero non esistere. Si tratta quindi una configurazione teorica che potrebbe essere inclusa nei futuri Block. Dobbiamo quindi tentare di capire la reale valenza del grafico della Lockheed Martin. Possiamo disquisire all'infinito sul problema concettuale dell'F-35, ma l'obiettivo del grafico è la prospettiva teorica. Sui nuovi asset si plasmano le future tattiche e quell'arsenale volante di quinta generazione stuzzica non poco. Soffermiamoci sul testo a corredo oltre alla evidente questione marketing: Perché proprio quella configurazione aria-aria? Si parla di "dominio aereo" e non di "superiorità aerea". Sono due cose diverse. Il dominio aereo è un termine coniato e valido solo per l'F-22, primo caccia operativo di quinta generazione. Riferendosi al dominio, Lockheed potrebbe suggerire una modalità arsenale volante aria-aria con formazioni F-22/F-35. In realtà quando parliamo di arsenale, dobbiamo pensare anche agli UCAV in quel ruolo. Potrebbe essere un messaggio della Lockheed rivolto ai sostenitori (in patria ed all’estero) delle piattaforme di quarta generazione profondamente legati alla loro affidabilità e carico utile. Un tentativo, quindi, di vendere l'F-35 non solo come vettore tecnologico di prima fascia, ma come piattaforma missilistica da battaglia per il dominio aereo integrato, un messaggio rivolto a quegli alleati che non dispongono di un caccia di ultima generazione. Lockheed, rispondendo all’agguerrita concorrenza dell'F-15X Storm Eagle della Boeing, promuove l’F-35 come il vero arsenale volante nella tattica aerea del futuro.

Il Beast Mode è senza dubbio una affascinante idea concettuale: F-35 in configurazione stealth collegati con le Bestie, non furtive, nelle retrovie per imporre il dominio aereo in un contesto di ultima generazione. Innovative e suggestive tattiche cooperative per i primi branchi di quinta generazione. In base alle informazioni pubbliche, l'F-35 potrebbe teoricamente trasportare sedici missili aria-aria. Si tratta di una possibilità, non di una capacità attuale.

L’F-35 nella guerra del futuro: Next Generation Jammer

Qualora scoppiasse un conflitto su larga scala contro un paese militarmente moderno (Cina o Russia), il Pentagono esclude da ogni pianificazione tattica di prima linea tutte le piattaforme aeree di quarta generazione. F-15 ed F-16 quindi, anche nelle loro versioni più performanti, non parteciperebbero alle prime fasi del conflitto e non prima di aver annullato la rete di difesa nemica S300/S400. Le capacità di disturbo elettronico del nemico sono tali da annullare le piattaforme antecedenti la quinta generazione. Il Pentagono si affiderebbe a quattro sistemi: F-22 per la superiorità aerea, F-35 per l’aspetto tattico ed i bombardieri B-2 e B-21. Per il Pentagono soltanto queste quattro piattaforme potrebbero sopravvivere in un ambiente ad alta densità e sfuggire ai missili terra-aria nemici di ultima generazione. In una ipotetica guerra contro la Cina, il Pentagono schiererebbe la sua componente aerea in piccole unità, in tutto il Pacifico. Gli Stati Uniti stimano la perdita degli hub regionali già nelle primissime fasi del conflitto. Grazie alla tecnologia integrata, le piattaforme di quinta generazione dovrebbero essere in grado di operare impunemente senza alcun tipo di supporto a terra. F-15 e F-16 resteranno sempre nelle retrovie come moltiplicatori di forze. Da rilevare che per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, ritenendo la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro.

Air Superiority 2030 Flight Plan

Il cinque giugno del 2016 l’USAF ha pubblicato la nuova strategia ufficiale per i prossimi 15 anni. Nelle linee guida per garantire la superiorità aerea e contrastare le minacce reali che si prospettano fino al 2030, il Pentagono non prevede la realizzazione di un nuovo caccia. L’Air Force ha un piano per sostituire i suoi caccia tradizionali, ma siamo ancora nelle fasi esplorative, mentre le specifiche del caccia di sesta generazione sono ancora sulla carta, sebbene alcuni prototipi si stiano già testando. La flotta combattente degli Stati Uniti si baserà sulle attuali piattaforme aggiornate ed implementate da un crescente numero di F-35 e bombardieri B-21. Quello che l’Air Force identifica come “family of capabilities” include una serie di capacità integrate tra diverse piattaforme esistenti. Il Pentagono, almeno fino al 2030, prevede una forza aerea combattente di prima linea di attacco formata da caccia da dominio aereo F-22, supportati dagli F-15 Storm Eagle in ruolo di arsenale volante.

L’arsenale volante

Uno dei principali limiti della configurazione a bassa osservabilità è determinato dal carico interno delle piattaforme di ultima generazione. La capacità di trasportare internamente i sistemi d’arma è prerogativa essenziale per un profilo stealth pulito. Il problema è che l’F-22 trasporta soltanto sei missili BVR, l’F-35 soltanto quattro. La soluzione prospettata dell’Air Force è l’arsenale volante che si basa su una piattaforma, inizialmente sarà il B-52, in grado di trasportare dalle retrovie decine di missili e bombe di precisione. Un’idea che l’Air Force ha preso in prestito dalla Marina, che ha convertito quattro sottomarini balistici classe Ohio per il trasporto di154 missili da crociera Tomahawk al posto dei 24 Trident. Appare evidente quanto l’Air Force faccia affidamento sulle piattaforme di quinta generazione, ma sembra più un esercizio dialettico che un reale piano operativo. Numeri alla mano, il Pentagono non può di certo sperare di presidiare le aree sensibili del pianeta e riuscire, allo stesso tempo, a vincere una guerra con la Cina o la Russia con soli 60/70 Raptor (123 convertiti al combattimento, ma bisogna considerare gli altri teatri ed i caccia in manutenzione). Da rilevare che per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, ritenendo la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro. Nella nuova dottrina, al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con l’arsenale volante, trasferirebbe le informazioni di targeting. L’Air Force spinge per avere in linea delle forze da combattimento integrate in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Le piattaforme stealth che non avrebbero più la necessità di sporcare il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie. La capacità interna di un F-35, con tutte la buone intenzioni che si possano avere e provare per lo JSF, non è da caccia puro da superiorità aerea come l’F22. L’Arsenale volante rappresenta l’ennesimo mutamento negli indirizzi strategici per sopperire al divario numerico tra le piattaforme statunitensi e quelle nemiche.

Gli F-35 del Corpo dei Marine

Gli Stati Uniti dovrebbero acquistare complessivamente 1763 F-35A per l’Air Force, 353 F-35B e 67 F-35C per il Corpo dei Marine e 260 F-35C per la US Navy. I costi di sviluppo, acquisizione e produzione sono ora stabilizzati a 406 miliardi di dollari. L’F-35 del 1994 sarebbe dovuto costare 28 milioni di dollari per l’Air Force, 35 milioni di dollari per il Corpo dei Marine e 38 milioni di dollari per la Marina. L’attuale costo unitario della piattaforma F-35B si attesta sui 122 milioni ed 800 mila dollari, il 33 % in dell'F-35A. La variante Short Take Off and Vertical Landing dello Joint Strike Fighter è stata progettata per conquistare l’attenzione ed i contratti dei governi che dispongono di portaerei di dimensioni ridotte. Ad oggi, la variante STOVL è stata acquistata da tre paesi: Italia, che ha formalizzato l’acquisto di trenta F-35B, Inghilterra con 138 unità e dal Corpo dei Marine con 353 piattaforme di quinta generazione.

Il Corpo dei Marine è stato il primo ad aver raggiunto nel luglio del 2015 la Capacità Operativa Iniziale con l’F-35B con prima rotazione avvenuta nel 2017 in Giappone. L'Air Force ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale con l’F-35A nel 2016. La US Navy, infine, dovrebbe dichiarare tale capacità per l’F-35C nel febbraio del prossimo anno.

Il Marine Fighter Squadron 121 ha ricevuto il suo primo F-35B nel novembre del 2012, tre anni prima che venisse certificata la Capacità Operativa Iniziale avvenuta il 31 luglio del 2015. Il Gruppo 1 del Corpo dei Marine ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale con il blocco software 2B. Il 2B conferisce Close Air Support basilare con la possibilità di lanciare AMRAAM (Advanced Medium Range Air to Air Missile), JDAM (Joint Direct Attack Munition) e GBU-12 (laser-guided aerial bomb). Gli F-35B sostituiranno gradualmente gli F-18 Hornet e gli AV-8B Harrier in servizio con i Marine e cambieranno radicalmente i requisiti C5I. Sedici piattaforme F-35B con Capacità Operativa Iniziale del Marine Fighter Squadron 121 sono state schierate nel gennaio del 2017 presso la MCAS Iwakuni, in Giappone ed integrate nel Forward Deployed Naval Forces operativo nella regione. Lo scorso marzo sei F-35B dei Marine sono stati schierati a bordo della nave d'assalto anfibio USS Wasp (LHD-1). Lo scorso luglio, infine, altri sei F-35B del VMFA-211 sono stati trasferiti a bordo della USS Essex per una missione di addestramento tra il Corno d’Africa ed il Medio Oriente.

Mini-Carrier Strike Group

Il primo Expeditionary Strike Group con componente di volo formata dagli F-35B, sarà formata da tre cacciatorpediniere missilistiche e da un sottomarino d’attacco. Nelle intenzioni, il Corpo dei Marine vorrebbe dare vita al concetto dei Mini-Carrier Strike Group basati sulle portaerei d'assalto anfibio classe America. Il nuovo concetto tattico rielabora il ruolo delle unità di superficie per minacciare le navi nemiche e gli obiettivi terrestri da diverse angolazioni. I Mini-Carrier Strike Group, che potranno essere implementati con altre unità, costringeranno l'avversario a destinare loro enormi risorse, come i sottomarini e gli aerei. L'F-35B diventerà quindi il pilastro per le missioni di proiezione dei Marine.

La prima missione di combattimento dell'F-35 dei Marine

Il 28 settembre scorso l’F-35B è stato utilizzato per la prima volta in una missione di combattimento in Afghanistan. Nella nota ufficiale del Pentagono si parla di un “obiettivo fisso dei talebani”. I Marine potrebbero aver lanciato GBU-32 JDAM a guida GPS o GBU-12 Paveway II a guida laser. Tuttavia sappiamo che proprio gli F-35B del Marine Fighter Squadron 211 sono stati equipaggiati con il cannone GAU-22 a quattro canne rotanti da 25 mm alloggiato nel gun pod a bassa osservabilità. Il sistema d'arma è in grado di sparare 3,300 colpi al minuto con un’autonomia di 220 colpi (versioni B e C, 180 per la versione A). Questo equivale a circa 50 colpi al secondo o metà del rateo di fuoco del cannone M61 Vulcan da 20 mm installato su tutti gli altri caccia americani. Nonostante sia stato concepito per la bassa osservabilità, il gun pod aumenta la firma radar dell'F-35B e dell'F-35C. Soltanto nell'F-35A il cannone GAU-22 da 25 mm è installato internamente.

Il gun pod è concepito per essere installato in ambienti permissivi: rappresenta un'opzione con minacce medio-basse. L'opzione Multi Mission Pod, infine, consentirà alle varianti B e C dell'F-35 di trasportare ulteriori sensori per la comunicazione, la guerra elettronica e sistemi difensivi.

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