Rischia di finire dietro le sbarre uno dei principali avversari politici del presidente filippino Rodrigo Duterte. Niente più aministia per il senatore “ribelle” Antonio Trillanes che tentò due colpi di Stato, nel 2003 e nel 2007, per rovesciare la presidente Gloria Macapagal-Arroyo.
Qualche giorno fa, infatti, Duterte ha dichiarato nullo “ab initio” il provvedimento: il senatore non avrebbe mai ammesso il conivolgimento nei golpe, requisito minimo per ottenere l’aministia. E tanto alle forze di polizia, quanto all’esercito sono state impartite direttive ben precise: “Impiegare tutti i mezzi leciti” per arrestare l’ex ufficiale della marina. “Questo è un chiaro caso di persecuzione politica – ha spiegato Trillanes alla stampa – dovrebbe essere chiaro a tutti che il signor Duterte è un dittatore, non rispetta le istituzioni”. Trillanes, poi, non ha esitato a paragonare il clima in cui è sprofondato l’Arcipelago a quello vissuto negli anni Settanta con il dittatore Marcos. Accuse prontamente respinte al mittente dal segretario alla Giustizia, Menardo Guevarra, che ha escluso anche la possibilità per Trillanes di invocare l’immunità parlamentare perché i crimini commessi sono troppo gravi. A febbraio dello scorso anno era arrivata la carcerazione anche per un’altra dissidente, la parlamentare Leila De Lima, accusata di aver ricevuto denaro dai narcotrafficanti.
C’è da dire che Trillanes è sempre stato una vera e propria spina nel fianco per l’ex sindaco di Davao. Quando l’uomo forte di Manila decise di ritirarsi dalla Corte Penale (Cpi) che, nel frattempo, aveva iniziato ad indagare sull’escalation di violenza inaugurata dalla lotta alla droga, l’ex marines mosse accuse durissime contro il presidente filippino. Secondo il senatore, infatti, l’accanimento del governo su spacciatori e tossicodipendenti sarebbe solo un modo per nascondere il coinvolgimento dell’establishment nel traffico internazionale di stupefacenti. All’epoca queste parole gli costarono l’arresto per sedizione e venne liberato su cauzione. Oggi che la Cpi ha aperto un’inchiesta a carico di Duterte, Trillanes è diventato ancor più scomodo.
Nel frattempo
c’è grande preoccupazione anche per padre Picardal, il sacerdote fuggito dal monastero di Cebu e braccato dagli “squadroni della morte”. Dall’inizio dell’anno sono tre i preti caduti sotto i proiettili di sicari mai identificati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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