Francia, è caccia all'ottavo uomo

Continuano le indagini per individuare i complici degli attentatori. Si cerca in tutta Europa il terrorista Salah Abdeslam

Francia, è caccia all'ottavo uomo

È caccia in tutta Europa all'ottavo jihadista responsabile degli attentati di Parigi e in fuga da venerdì notte. Si tratta di Salah Abdeslam, 26enne nato a Bruxelles, ma con passaporto fracese, fratello di uno degli altri attentatori e sul quale pende un mandato di arresto internazionale.

La polizia federale del Belgio ha lanciato stamattina una nuova allerta di ricerca per localizzare Salah Abdeslam. "Chi può aiutare? Chi lo ho visto o sa dove si trova?", si legge sull'account Twitter ufficiale della polizia belga, in cui viene pubblicato anche l'avviso con tutti i dettagli noti su Abdeslam.

La polizia spiega di avere rilanciato l'avviso di ricerca su richiesta della giudice di istruzione di Bruxelles che è incaricata del caso. Nell'avviso si ricorda che Abdeslam è una persona "estremamente pericolosa", perciò si chiede a chiunque lo veda di non intervenire e limitarsi ad avvertire la polizia. L'emittente Rtbf afferma che la rediffusione di un'allerta in così poco tempo è un fatto "estremamente raro".

Gli attentati di Parigi sono stati "pianificati e concepiti tra la Siria e il Belgio", dice ancora il ministro in un'intervisa a France info. Per Bernard Cazeneuve "le indagini procedono rapidamente e sono state identificate alcune persone implicate nella preparazione degli attentati. Molti erano francesi residenti in Belgio da lungo tempo".

Nella notte sono state condotte oltre 128 perquisizioni per individuare responsabili e complici, ha spiegato il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve, aggiungendo che "sei attentati di questo tipo sono stati sventati l'estate scorsa" e che "la maggior parte" dei terroristi coinvolti negli attentati di venerdì "erano sconosciuti ai nostri servizi".

Scoperto anche il covo di Salah: l'uomo ha alloggiato in una stanza d'hotel dove sono state ritrovate delle siringhe, come mostrano le foto pubblicate in esclusiva da LePoint. Oltre alle siringhe c'erano resti di pizza da asporto consegnati da una pizzeria lì vicino e madeleines al cioccolato acquistati nel distributore automatico dell'hotel. Ma anche un lotto di siringhe, aghi corti e fili da intubazione sparsi sul tavolo tondo del salone. Le analisi affidate alla polizia scientifica dovranno determinare se questo materiale medico ha permesso di confezionare le cinture esplosive dei kamikaze o se è servito ad iniezioni ipodermiche. "E se i killer si fossero drogati?", si chiede Le Point. Uno dei testimoni presenti venerdì sera al Bataclan prima dell'attacco notò i kamikaze fermi per diverse ore davanti alla sala concerti: "Avevano facce da morti-viventi", ha detto.

Tra gli altri è stato perquisito a Bobigny, un sobborgo ad est di Parigi nella zona Seine-Saint-Denis, l'appartamento affittato per una settimana dal 10 al 17 novembre dal kamikaze del terzo gruppo di fuoco, Brahim Abdeslam (fratello del super-ricercato Salah). Brahim si trovava sulla Seat Leon nera ritrovata a Montreuil domenica mattina. Venerdì sera, proobabilmente per facilitare la fuga del fratello e di un secondo complice, è sceso dalla vettura e si è fatto saltare in aria in un ristorante a Boulevard Voltaire. Durante le perquisizioni sono stati trovati dei cellulari forse utili alle indagini. È ancora latitante Salah Abdeslam, fratello di Brahim, sul quale pende un mandato d'arresto internazionale. Un altro fratello, Mohamed Abdeslam, è stato arrestato e poi rilasciato dalla polizia del Belgio: pare che sia estraneo a quel che avrebbero fatto i due fratelli.

Da Bruxelles si scopre invece che sono due i presunti artificieri delle stragi di Parigi arrestati a Bruxelles ieri, secondo un'esclusiva della Derniere Heure. Oltre a Mohamed Amri, 27 anni, le cinture esplosive dei kamikaze sarebbero state confezionate anche da Hamza Attou, 21, incensurato. In entrambe le abitazioni è stato trovato nitrato di ammonio. I due avrebbero detto agli inquirenti di aver avuto solo il ruolo di tassisti e che la notte degli attentati erano partiti da Molenbeek per riportare Salah Abdeslam da Parigi a Bruxelles. I due hanno spiegato anche di non sapere che Abdeslam avesse preso parte agli attentati e di aver ricevuto la sua telefonata alcune ore dopo gli attacchi, verso le due del mattino, e che lo avevano recuperato tre ore più tardi, alle cinque, a Barbès. Secondo la ricostruzione dei due, al volante dell'auto, una VW Golf di proprietà di Attou, c'era Amri. Al loro rientro verso Bruxelles, il veicolo è stato fermato tre volte dalle forze dell'ordine, in particolare all'altezza di Cambrai, ma la polizia in quel momento non aveva la segnalazione di Abdeslam e li ha lasciati passare. I tre sono arrivati a Molenbeek quando stava albeggiando.

Interrogati sul luogo dove hanno lasciato Abdeslam, Attou e Amri si sono contraddetti, ed hanno dichiarato che Abdeslam appariva un po' stressato e che non hanno parlato molto lungo la strada del ritorno verso il Belgio.

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