Mentre prosegue il negoziato tra governo italiano e Commissione europea per cercare di evitare la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la violazione delle regole sul debito in vista della riunione del prossimo 2 luglio, è la Corte dei Conti francese a lanciare un nuovo allarme, stavolta sulle finanze di Parigi.
A dire il vero un primo avvertimento al presidente Emmanuel Macron era arrivato qualche settimana fa anche dal Fondo Monetario Internazionale. La presidente dell’istituzione finanziaria, Christine Lagarde aveva chiesto all’Eliseo di addrizzare il tiro. Non esistono “rischi immediati” visto “il basso livello di tassi d’interesse” con cui Parigi opera sui mercati internazionali, ma, aveva ammonito, “l’alto livello del debito offre poca tranquillità”. Ora il rapporto annuale sui conti pubblici parla di “situazione preoccupante”. Troppo deboli, secondo gli esperti economici, le iniziative prese da Parigi “per ridurre il deficit strutturale”.
Al contrario, il grand débat lanciato lo scorso gennaio per sedare le proteste dei gilet gialli ha portato ad un deragliamento della traiettoria del debito e ad un aumento del rapporto deficit-Pil che, secondo gli esperti, potrebbe arrivare al 3,1 nel 2019. La relazione, di cui La Verità pubblica alcuni stralci, mette in guardia anche su un incremento pari a 4,3 miliardi di euro della spesa pubblica. Tutti elementi, questi, che potrebbero portare il debito francese a quota 98,8% del Pil entro la fine dell’anno.
La Francia, secondo i magistrati, intraprenderebbe così un percorso opposto rispetto agli altri Paesi dell’eurozona, in cui il debito si starebbe abbassando. E il trend negativo, secondo la Corte dei Conti parigina, è destinato a durare, complice anche il taglio di 5 miliardi di sulle imposte sul reddito promesso da Macron ai gilet jaunes. Non è ancora chiaro, infatti, dove l’Eliseo troverà le coperture. Per invertire la rotta ora il presidente punta alla privatizzazione degli aeroporti di Roissy Charles-De-Gaulle e Orly, che porterebbe nelle casse dello Stato circa 7 miliardi di euro. Soldi che servirebbero a risanare il debito e a creare un fondo per l’innovazione.
Ma portare a termine l'operazione non sarà facile. A chiedere un referendum per bloccare la vendita è un coro trasversale che va dal partito di Marine Le Pen, ai repubblicani, fino ai socialisti, che accusa Macron di voler “svendere i gioielli di famiglia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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