“Queers”. In slang, “finocchio”. È il nome dell’applicazione inventata dal 23enne Bill Zhong, che permette a gay e lesbiche di trovare un compagno di facciata con cui sposarsi e, parallelamente, continuare a vivere la propria sessualità con maggior discrezione.
La comunità LGBT cinese ha accolto con entusiasmo l’app, estremamente simile a un'altra piattaforma d’incontri di successo mondiale come Tinder. Solo che qui c'è in ballo il matrimonio. Inserisci il numero di telefono, foto e dati personali e il gioco è fatto: ci si ritrova catapultati tra migliaia di utenti in cerca di marito o moglie.
L’omosessualità – considerata reato e malattia mentale in Cina fino, rispettivamente, al 1997 e al 2001 – è ancora oggi poco digerita socialmente. Ecco dunque l’invenzione “salvagente” per gay (come lo stesso Zhong) e lesbiche che vogliono salvare le apparenze e non hanno il coraggio per fare coming out in famiglia, temendo anche tra le mura di casa maltrattamenti e discriminazioni che dovrebbero appartenere a un’altra epoca.
Queers, lanciata il 5 gennaio, in queste due settimane ha fatto segnare un vero e proprio boom di registrazioni. Il cofondatore Liao Zhuoying, intervistato dal South China Morning Post, parla di oltre 10mila iscrizioni.
Ma i suoi fruitori sono destinati a crescere esponenzialmente: la popolazione cinese supera il miliardo e trecentocinquanta milioni e – secondo uno studio citato proprio dal quotidiano d’Oriente – ci potrebbero essere circa 16 milioni di donne che sono sposate inconsapevolmente con un marito gay.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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