Otto minori tra i 61 uccisi a Gaza. Onu: "Spari ingiustificati"

Tra i 61 che hanno perso la vita al confine con Gaza anche una neonata di 8 mesi

Otto minori tra i 61 uccisi a Gaza. Onu: "Spari ingiustificati"
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Sono otto i minorenni rimasti uccisi ieri al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, dove migliaia di persone sono tornate a manifestare contro Israele, spinte dagli islamisti di Hamas, e in 61 hanno perso la vita.

Ci sono otto persone che ancora non avevano compiuto diciotto anni nel bilancio delle vittime, inclusi un 14enne e una neonata di otto mesi che è stata identificata come Leila al-Ghandour, morta per avere inalato gas lacrimogeni. Gli altri hanno perso la vita sotto il fuoco dei soldati israeliani, mandati a reprimere le proteste.

Quanto avvenuto è una "ripugnante violazione" dei diritti umani, scriveva ieri Amnesty International, ricordando appunto come ci fossero "bambini e minori tra i morti" e "quasi 2000 feriti a Gaza". "Molti riportano ferite alla testa e al petto. Oltre 500 i feriti con munizioni vere - aggiungeva l'ong in un comunicato - Questo orrore deve finire ora".

L'autorità nazionale palestinese ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, seguita a breve distanza anche dalla Turchia, che ha anche richiamato per consultazione i propri ambasciatori a Tel Aviv e negli Stati Uniti. Da Cremlino e Cina sono arrivati inviti alla moderazione, mentre l'Irlanda ha convocato l'ambasciatore israeliano. Di segno opposto la reazione di Washington, che ha attribuito agli islamisti di Hamas la responsabilità per quanto successo.

Una condanna è arrivata anche dalle Nazioni Unite.

"Sembra che chiunque sia passibile di essere ucciso a colpi d'arma da fuoco", ha detto l'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni unite, Rupert Colville, accusando Israele di colpire indiscriminatamente e aggiungendo che "il solo fatto di avvicinarsi alla frontiera non è un atto letale, minaccioso per la vita, quindi non giustifica gli spari".

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