Germania, minacce dei neonazi ai sindaci pro-migranti

In Germania decine di sindaci pro-migranti vengono aggrediti e minacciati dagli estremisti di destra. Tra loro c'è chi è stato costretto a dimettersi e chi invece ha deciso di armarsi per difendersi dalle vessazioni

Germania, minacce dei neonazi ai sindaci pro-migranti

Dalla caccia allo straniero alla caccia ai sindaci pro-migranti. In Germania è alta tensione tra primi cittadini promotori dell’accoglienza e i gruppi di estrema destra. Dopo l’omicidio dell’esponente della Cdu Walter Luebcke, freddato in casa sua con un colpo di pistola alla testa da un neonazista, non si sono mai fermate le minacce, che in qualche caso sono sfociate anche in aggressioni, nei confronti dei sostenitori della politica delle “porte aperte”.

A raccontare il clima di paura che si respira nelle cittadine tedesche è la corrispondente di Repubblica che elenca i casi di diversi sindaci aggrediti, intimiditi o addirittura costretti alle dimissioni. Tra i gruppi più attivi nelle provocazioni c’è “Staatsreichorchester”, l’Orchestra del colpo di Stato, un manipolo di nostalgici hitleriani che lo scorso ottobre ha minacciato il candidato della Cdu alla guida della Turingia. “O ti ritiri oppure ti facciamo saltare in aria”, questo in sintesi il messaggio ricevuto via mail dal conservatore Mike Mohring.

Prima ancora ad essere presa di mira era stata la sindaca di Colonia, Henriette Reker, già protagonista, cinque anni fa, di un assalto da parte di un disoccupato con simpatie neonaziste. L’uomo la accoltellò mentre era impegnata a visitare un mercato rionale durante la campagna elettorale del 2015 nella città della Germania occidentale, dove poi venne eletta. Alla base del gesto, anche in quell’occasione, l’impegno della donna verso i rifugiati. Prima di diventare sindaco, infatti, Reker aveva gestito un centro d’accoglienza.

È più recente, invece, il tentato omicidio di Andreas Hollstein, il primo cittadino di un villaggio del Nordreno-Westfalia, Altena. I primi avvertimenti arrivarono quando, durante l’ondata migratoria del 2015, si schierò con chi chiedeva asilo in Germania. Poi dalle parole si è passati ai fatti, quando un uomo tentò di tagliargli la gola in un ristorante. Si salvò soltanto grazie all’intervento di due persone presenti nel locale al momento dell’agguato.

Dopo gli episodi di violenza molti decidono di lasciare la politica per ritirarsi a vita privata. Ma c’è anche chi sceglie di armarsi. Il sindaco di Kamp-Lintfort, Christoph Landscheidt, ad esempio, vorrebbe ottenere il porto d’armi per potersi difendere dalle prepotenze continue.

Nelle stesse condizioni ci sono anche Martina Angermann, sindaca di Arnsdorf, in Sassonia, il Land dove i sovranisti dell’Alternative fuer Deutschland hanno ottenuto percentuali record alle ultime elezioni, e Arnd Focke, che governa ad Estorf.

Entrambi hanno pagato il sostegno alla causa dei rifugiati con angherie e atti di vandalismo. Così la politica in Germania rischia di trasformarsi in un Far West.

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