È deceduto dopo 4 anni di agonia in ospedale il 26enne avvelenato dal proprio collega mentre si trovava sul posto di lavoro presso l'azienda ARI Armaturen in Germania. Fermatosi durante la pausa pranzo, il giovane aveva mangiato il proprio panino senza minimamente immaginare che qualcuno vi avesse poco prima aggiunto una polvere tossica a base di acetato di piombo.
I fatti narrati risalgono al lontano 2016, e si sono verificati all'interno della fabbrica di componenti industriali e vernici sita a Schloss Holte-Stukenbrock (Renania Settentrionale-Vestfalia), nella Germania occidentale.
Subito dopo aver mangiato il panino, il 26enne aveva cominciato a stare male, accusando dolori atroci. Le sue condizioni erano peggiorate a tal punto da richiedere il trasporto d'urgenza in ospedale, dove è rimasto in coma fino al giorno della propria morte. Nonostante le cure del personale sanitario, l'uomo, in gravissime condizioni, ha perso la vita al termine di una lunga agonia.
Il suo aguzzino, il 57enne conosciuto con il nome di Klaus O., si trova già dietro le sbarre.
In seguito a quanto accaduto nel 2016, gli inquirenti avevano immediatamente dato avvio alle indagini, riuscendo ad arrivare al colpevole grazie alle immagini estrapolate dalle videocamere di sorveglianza. Nei filmati, infatti, gli investigatori avevano visto chiaramente il 57enne prendere il pranzo del collega per versarvi poi all'interno il mortale veleno. Durante l'attività investigativa, gli agenti di polizia erano venuti a conoscenza di altri decessi sospetti e prematuri avvenuti fra i lavoratori della medesima azienda. Decessi che potevano tutti avere come causa l'avvelenamento da metalli.
Secondo i media tedeschi, sono almeno altri 21 gli operai morti per cause renali, infarti o tumori che potrebbero essere stati provocati proprio dalle sostanze somministrate da Klaus O. Le circostanze della morte di tutte le vittime, infatti, coincidono in maniera preoccupante, e gli inquirenti sono intenzionati a far luce anche su questo.
In seguito ad una perquisizione effettuata all'interno dell'abitazione del 57enne, sita nella città di Bielefeld, i poliziotti avevano rinvenuto un vero e proprio laboratorio chimico, dove furono individuati cadmio, piombo e mercurio. Tutte sostanze in grado di costituire letali veleni.
“Sembrava il laboratorio di uno scienziato che stava testando sostanze su una cavia”, commentò all'epoca l'emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, come ricordato da
“Independent”.Condannato all'ergastolo dal tribunale di Bielefeld durante il mese di marzo del 2019, il 57enne potrebbe veder aggravarsi la propria pena in seguito alla morte del 26enne, avvenuta lo scorso giovedì.
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