In Germania, il sindacato nazionale della polizia federale ha dichiarato che “quasi tutti” i propri iscritti avrebbero ormai aderito al partito nazionalista AfD.
La Gewerkschaft der Polizei, principale organizzazione rappresentativa degli agenti di pubblica sicurezza federali, ha infatti ammesso, per bocca del suo vicesegretario Jörg Radek, che i rispettivi membri avrebbero sposato la causa sovranista quale reazione polemica alle “sciagurate politiche di accoglienza indiscriminata” attuate a partire dal 2015 dal governo di Angela Merkel.
Parlando ultimamente con i cronisti del quotidiano Rheinische Post, Radek ha appunto denunciato lo “sconforto” e la “sensazione di abbandono” provati dai poliziotti tedeschi a causa del “lassismo sul fronte della salvaguardia dei confini” promosso negli ultimi quattro anni dalla cancelliera. “Il governo Merkel”, ha accusato il vicesegretario sindacale, “non ha mai rivelato alle forze dell’ordine e ai cittadini il perché dell’azzeramento dei controlli anti-clandestini alle frontiere nazionali. Il personale di pubblica sicurezza si è di conseguenza sentito poco considerato dall’esecutivo e ha così deciso di orientarsi in massa verso il programma elettorale di AfD, formazione politica giudicata riconoscente verso lo spirito di sacrificio e il patriottismo di uomini e donne in divisa”.
Le parole di Radek, dirette a descrivere il progressivo sostegno alle istanze sovraniste da parte della polizia nazionale come una conseguenza della linea dei “confini aperti” propugnata finora dalla cancelliera, hanno subito causato un duro dibattito interno alla Cdu, il partito della Merkel. L’esponente cristiano-democratico Friedrich Merz ha infatti definito “allarmante” la crescente adesione ad AfD dei tutori dell’ordine pubblico e ha poi promesso di impegnarsi per fare recuperare al centro-destra tradizionale la fiducia dei “delusi dalle scelte avventate dell’esecutivo federale”. Costui ha poi affermato, dalle colonne della testata Bild am Sonntag: “Gli agenti disprezzano il nostro partito perché abbiamo dimostrato ambiguità nei confronti dei garanti della sicurezza pubblica. La Cdu del futuro deve stare con orgoglio dalla parte delle forze dell’ordine, senza se e senza ma”.
Le esternazioni di Merz sono state però criticate da diversi suoi compagni di partito ed etichettate come un tentativo di “accattivarsi” le simpatie dei poliziotti in vista di una sua nuova corsa alla presidenza della formazione politica conservatrice. Alle ultime elezioni per la guida dei cristiano-democratici, lo stesso Merz è stato appunto sconfitto dalla “candidata della Merkel”, Annegret Kramp-Karrenbauer. Tuttavia, nonostante la sua leadership nella Cdu sia stata decretata ufficialmente appena sei mesi fa, quest’ultima sarebbe, a detta dei media tedeschi, “già in bilico”, avendo condotto il centro-destra tradizionale, alle recenti elezioni europee, a un risultato non esaltante. Di conseguenza, la corsa per la presidenza del partito della cancelliera potrebbe presto ripartire e Merz starebbe quindi provando a consolidare una rete di appoggi istituzionali con l’intento di conquistare finalmente la guida dei conservatori teutonici.
Tale strategia “opportunistica” del rivale della Kramp-Karrenbauer è stata denunciata con forza da Volker Bouffier, vice-presidente dei cristiano-democratici, che ha poi esortato tutti gli esponenti della Cdu a recedere da ogni proposito di “inseguire AfD sulla strada del sovranismo”. Egli ha appunto rigettato ogni ipotesi di intesa programmatica tra i conservatori tradizionali e la formazione nazionalista, incolpando contestualmente quest’ultima di avere “armato la mano” dell’assassino di Walter Lübcke, politico vicino alla Merkel e sostenitore della linea dei “confini aperti”.
Nonostante l’assenza di prove di legami tra il presunto killer di Lübcke e AfD, tale movimento anti-migranti avrebbe, a detta di Bouffier, indotto, montando una continua propaganda contro l’accoglienza dei profughi, individui mentalmente fragili a compiere gesti estremi contro i“nemici della patria”, ossia le personalità vicine al “lassista” governo Merkel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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