In Germania, l’opinione pubblica è stata fortemente scossa dal recente omicidio di Walter Lübcke, esponente di spicco della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel.
Il politico sessantacinquenne, leader dei cristiano-democratici nel Land dell’Assia, è stato trovato morto all’alba di domenica scorsa, nel giardino di casa sua. L‘abitazione di Lübcke, situata nella cittadina di Istha, è stata subito posta sotto sequestro dalle autorità locali e, contestualmente, i familiari della vittima, ossia la moglie e i due figli, sono stati sottoposti a interrogatorio.
La polizia scientifica dell’Assia, riporta la stampa teutonica, avrebbe già effettuato un primo esame sul corpo del sessantacinquenne e vi avrebbe rinvenuto un “foro causato da un proiettile”. Sarebbe stato proprio tale colpo di arma da fuoco, sparato da distanza ravvicinata, a uccidere l’esponente Cdu. Gli investigatori hanno però immediatamente scartato l’ipotesi-suicidio, poiché, a loro avviso, Lübcke non avrebbe avuto “alcun ragionevole motivo” per togliersi la vita.
Le autorità del Land, interrogando familiari e conoscenti del soggetto deceduto, stanno quindi provando a scavare nel passato di quest’ultimo, al fine di individuare elementi utili a ricostruire le ragioni che avrebbero potuto indurre l’assassino a compiere il gesto estremo. L’omicida, ipotizzano le forze dell’ordine, dopo avere perpetrato il crimine si sarebbe mescolato tra le migliaia di turisti che hanno riempito nell’ultimo fine-settimana la cittadina di Istha per partecipare al locale festival della birra.
I vecchi amici del leader Cdu in Assia, contattati dagli inquirenti, avrebbero intanto già rivelato che costui sarebbe stato, negli ultimi mesi, oggetto di “reiterate minacce di morte”. Lübcke, stretto collaboratore della cancelliera al punto da essere soprannominato dai media tedeschi “il luogotenente della Merkel in Assia”, si era infatti procurato ultimamente l’ostilità degli ambienti nazionalisti per la sua linea dell’accoglienza verso i migranti.
Secondo la stampa locale, sarebbe stato proprio il sessantacinquenne a convincere la cancelliera a varare, nel 2015, una politica finalizzata a dare asilo in Germania a centinaia di migliaia di profughi provenienti dal Medio Oriente. La scelta dei “confini aperti” era stata allora presentata da Lübcke come “massima manifestazione della carità cristiana”.
I media teutonici sostengono quindi che sarebbe stata proprio tale strategia pro-migranti promossa dal collaboratore della Merkel a “condannarlo a morte”. Di conseguenza, la polizia del Land avrebbe deciso di rivolgere verso i militanti dei circoli nazionalisti, i principali oppositori delle politiche dell’accoglienza propugnate in vita dal sessantacinquenne, le proprie indagini sull’uccisione di quest’ultimo.
Condoglianze alla famiglia di
Lübcke sono state espresse da Volker Bouffier, capo del governo dell’Assia nonché collega di partito della vittima, mentre, per il momento, nessun commento ufficiale sulla vicenda è stato rilasciato dalla cancelleria federale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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