Nonostante la cancelliera tedesca abbia sempre difeso a spada tratta la sua politica delle “braccia aperte”, ora il governo di Berlino vuole evitare che si ripeta uno scenario simile a quello del 2015, e punta tutto sulla prevenzione.
Per questo l’esecutivo di Angela Merkel nel 2018 ha speso oltre 23 miliardi di euro per integrare i migranti e combattere i flussi migratori investendo nei Paesi d’origine. La cifra rappresenta l’investimento più alto di sempre in termini di accoglienza - quasi l’11% in più rispetto al 2017 - ed è stata messa nero su bianco dal ministero delle Finanze tedesco in un documento che verrà esaminato domani dal Consiglio dei ministri.
Di questi 23 miliardi, ben 8 sono stati investiti all’esterno dei confini nazionali, in particolare in Africa, per garantire migliori condizioni di vita ai migranti e arginare le partenze. Una cifra simile, 7,5 miliardi, è stata invece offerta nel corso del 2018 ai diversi Lander e comuni tedeschi per promuovere l’integrazione di un milione di rifugiati provenienti da Iraq, Siria e Afghanistan: il 14% in più rispetto allo scorso anno. Quattro miliardi sono stati destinati, inoltre, a sostenere le persone che non hanno ancora trovato un impiego in Germania.
Ma la cifra record messa a bilancio nel 2018 sotto la voce "costi per i
rifugiati e l'integrazione" fa discutere. Alla vigilia delle elezioni europee la leader di Alternative für Deutschland, Alice Weidel, la definisce una “costosa festa di benvenuto” per i migranti, fatta “a spese dei cittadini”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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