"Sono ancora fiducioso nelle nostre istituzioni nonostante tutto quello che è accaduto negli ultimi tre anni". In collegamento dall’ambasciata italiana a Nuova Delhi, Salvatore Girone si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dimostrandosi tutto d'un pezzo. Nonostante la Corte Suprema indiana lo obblighi a passare le festività natalizie rinchiuso nell'ambasciata privandolo dell'abbraccio dei famigliari, il marò non si perde d'animo e confida anche che quello Stato, che per tre anni ha collezionato un fallimento dopo l'altro, possa ancora arrivare a una soluzione positiva. Da Mario Monti a Matteo Renzi, passando per Enrico Letta e collezionando ben quattro diversi ministri degli Esteri, l'Italia non ha fatto altro che collezionare passi falsi, erroracci e figuracce che non hanno fatto altro che avvantaggiare il governo indiano. A spese dei nostri militari.
Nei giorni scorsi, con l'ennesimo schiaffo della giustizia indiana, il governo italiano sembra aver avuto un sussulto. Niente di ché. Molto probabilmente si tramuterà in un nulla di fatto. Adesso, dopo quasi tre anni di fallimenti, lo stesso Napolitano si è visto costretto ad ammettere che il caso dei marò dimostra "una scarsa volontà politica di dare una soluzione equa a questo problema". "Voi sapete che vi siamo vicini, a voi e alle vostre famiglie - ha spiegato il capo dello stato in videoconferenza con Girone - sono molto colpito dalla vostra serenità". Domani mattina incontrerà Renzi per essere aggiornato anche sugli ultimi passi fatti dall'Italia con le autorità indiane. "Dobbiamo comunicare con le autorità indiane per risolvere questa questione ormai annosa - ha continuato il capo dello Stato - l'ambasciatore indiano, quando l’ho incontrato, mi ha detto che si voleva per La Torre e Girone un processo rapido e corretto. Sono rimaste parole e abbiamo avuto prova di sordità da parte delle istituzioni indiane". Parole che si sommano alle parole già spese per i due fucilieri di Marina. Eppure tutto è rimasto uguale, immobile.
"Nonostante tutto, sono ancora fiducioso". Girone non molla, tiene duro. Da Nuova Delhi, prigioniero nell'ambasciata italiana, dà l'ennesima lezione alla politica italiana. E dall'India il suo pensiero va all'amico Massimiliano Latorre che, all'inizio di gennaio, dovrà essere operato al cuore. La Suprema Corte se ne infischia della riabilitazione e ha preteso che rientri pochi giorni dopo l'intervento.
"Ogni giorno - ha detto Girone - il mio pensiero costante va, oltre che alla mia famiglia, al mio amico Massimiliano Latorre, che vive una situazione difficile per la sua salute e gli auguro un’immediata ripresa". Un'umanità che dovrebbe far impallidire di vergogna la politica che in tre anni non è riuscita a riportare a casa i due militari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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