Il sistema greco di accoglienza dei profughi è stato in questi giorni accusato di essere affetto da corruzione e favoritismi endemici. Tale denuncia è stata avanzata direttamente dai vertici del Dipartimento nazionale per le politiche migratorie. Per il momento, nessun commento ufficiale sullo scandalo è stato rilasciato dal governo Tsipras.
Andreas Iliopoulos, alto funzionario del Dipartimento nonché responsabile dell’agenzia preposta all’identificazione dei rifugiati, ha recentemente puntato il dito contro l’esecutivo di Atene, attribuendogli la responsabilità del “caos” che caratterizzerebbe il sistema dell’accoglienza dei profughi. Il dirigente ha rivelato ai media che le autorità affiderebbero alle ong i bandi per la gestione delle strutture ricettive senza rispettare le regole nazionali ed europee. Secondo Iliopoulos, l’esecutivo Tsipras e gli enti territoriali affiderebbero tali bandi “senza indire alcuna gara”, sperperando, in questo modo, il denaro dei contribuenti dell’Unione. La gestione dei centri per rifugiati allestiti in territorio greco, infatti, è finanziata per quasi l’80% da Bruxelles. Ad avviso del funzionario, il “radicato clientelismo”, tollerato dalle autorità di Atene, starebbe provocando lo sperpero di una quota crescente della somma accordata dall’Ue alla Grecia per fronteggiare la crisi migratoria. Oggetto di pratiche corruttive sarebbero più di dieci milioni di euro di fondi europei, elargiti al Paese ellenico a partire dal 2015 per assicurare un trattamento dignitoso agli oltre 60mila richiedenti asilo distribuiti in tutto il territorio nazionale.
Iliopoulos ha dichiarato: “Il sistema dell’accoglienza si sta rivelando ogni giorno di più completamente fallimentare. Il caos che regna sul fronte della gestione dei flussi migratori impedisce una trasparente ed efficace amministrazione dei fondi pubblici destinati alle strutture ricettive. Oggi, lo Stato accorda denaro alle ong senza avere in precedenza organizzato alcuna gara e senza fornire giustificazioni circa tale violazione della normativa nazionale ed europea sull’affidamento dei servizi di pubblica utilità.” Dopo avere rivelato ai media le disfunzioni del sistema, l’alto funzionario è stato immediatamente sollevato dall’incarico. Il Ministro greco delle Politiche migratorie, Dimitris Vitsas, non ha ancora fornito alla stampa i motivi alla base del licenziamento di Iliopoulos.
Le prime denunce in merito alla corruzione endemica che affliggerebbe il sistema nazionale dell’accoglienza erano state avanzate lo scorso settembre dal quotidiano Phileleftheros. Il governo greco aveva allora reagito querelando l’editore e tre giornalisti della testata.
La Corte suprema ellenica avrebbe in seguito dichiarato “legittima” l’inchiesta condotta da Phileleftheros e avrebbe quindi disposto accertamenti riguardo all’effettivo impiego delle risorse stanziate da Atene e Bruxelles per fronteggiare la crisi migratoria esplosa nel 2015. Agli inizi di ottobre, un’indagine parallela è stata avviata, dietro iniziativa della Commissione Ue, dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf).
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