"Toni sbagliati...": lo schiaffo di Mosca al Papa

Mentre il portavoce di Putin fa sapere che non sono stati raggiunti gli accordi per l'incontro con Papa Francesco, la chiesa ortodossa se la prende con il Pontefice. "Tono sbagliato per trasmettere il contenuto della conversazione"

"Toni sbagliati...": lo schiaffo di Mosca al Papa

Non sono ancora maturi i tempi per cui Papa Francesco potrà incontrare il presidente russo, Vladimir Putin: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolineando che "non sono stati raggiunti accordi" tra le due parti. La notizia è stata durante una conferenza stampa dove Peskov ha aggiunto che "iniziative del genere dovrebbero passare dai servizi diplomatici". Papa Francesco sarebbe stato pronto a recarsi in Russia dopo le dichiarazioni fatte dal segretario di Stato Vaticano al Corriere della Sera, il cardinale Pietro Parolin, anche se era già nell'aria la risposta negativa fatta sapere quest'oggi.

"Deplorevole..."

La notizia dell'ultim'ora, però, è anche un'altra: la risposta della chiesa ortodossa dopo il colloquio tra Kirill e Papa Francesco, dai toni che non si addicono certamente a un'istutuzione religiosa. "È deplorevole che un mese e mezzo dopo la conversazione con il Patriarca Kirill, Papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questa conversazione", ha dichiarato all'agenzia russa Tass il dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato russo. "Tali dichiarazioni difficilmente contribuiranno all'instaurazione di un dialogo costruttivo tra le chiese cattolica romana e ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento". Queste affermazioni si riferiscono al colloquio che hanno avuto i leader delle rispettive chiese il 16 marzo scorso quando, con un collegamento in streaming, Papa Francesco aveva chiesto al numero uno della Chiesa ortodossa russa di non "trasformarsi nel chierichetto di Putin".

Come si è svolto il colloquio

Il colloquio si era svolto tramite Zoom ed è durato circa 40 minuti: dal racconto del Pontefice, i primi 20 minuti della conversazione sono stati incomprensibili perché Kirill leggeva su di un foglio "le ragioni della guerra" mentre il Papa rispondeva di non capire nulla. "Fratello, non siamo chierici di Stato, non dobbiamo usare il linguaggio della politica, ma il linguaggio di Gesù, dobbiamo cercare vie di pace per porre fine agli spari", ha affermato il Santo Padre. Irremovibile la risposta ortossa: "È improbabile che queste dichiarazioni contribuiscano all'instaurazione di un dialogo costruttivo" tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa, recita il comunicato.

"Rincrescimento e confusione"

Vladimir Legoyda, responsabile delle pubbliche relazioni della Chiesa ortodossa russa, ha infine sottolineato sul proprio canale Telegram che l'intervista di Papa Francesco "è costruita su interpretazioni che causano rincrescimento e confusione", come viene riportato ancora una volta dall'agenzia russaTass. Da che pulpito viene la predica: come abbiamo scritto sul Giornale.it, il patriarca Kirill ha gravi accuse al suo carico, prima fra tutte di essere un sostenitore di Putin e della guerra che sta portando avanti in Ucraina anche se nelle ultime ore ha provato a fare dietrofront dicendo alcune palesi bugie. "Non vogliamo combattere con nessuno. La Russia non ha mai attaccato nessuno, ha solo difeso i suoi confini".

Insomma, un doppio no: da un lato, tramonta il mancato incontro con Putin, ufficialmente rimandato (non cancellato) ma non si sa a quando e se avverrà; in secondo luogo, le frizioni che

la chiesa ortodossa avverte nei confronti di quella cristiana dopo il colloquio del Patriarca Kirill con Papa Francesco. Una "doppia" negazione e mancanza di apertura non certo favorevoli in questo momento del conflitto.

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