Il collettivo di hacker, conosciuto con il nome di Anonymous, ha condiviso sul web circa 1000 dettagli su simpatizzanti della supremazia bianca del Ku Klux Klan. I pirati informatici hanno rivendicato l'attacco come: "forma di resistenza" contro la violenza razziale. Una lotta, tra i cappucci bianchi e gli anonimi che va avanti da oltre un'anno.
Infatti, questo è il secondo attacco che colpisce il gruppo razzista del KKK. Già, l'anno passato erano stati hackerati account degli incappucciati, e grazie alle informazioni raccolte è stato possibile ripetere l'offensiva. Molti, però, non sembrano impressionati da questo avvenimento.
Come commenta il direttore del centro anti-diffamazione degli Stati Uniti, Mark Pitcavage: "Molte pedine minori, principalmente informazioni di accesso pubblico. Anzi, per molta gente sulla lista non è un secreto fare parte del Klan". Aggiungendo che la lista continene molti errori tra cui la trascrizione erronea di alcuni nominativi
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