L'ex Segretario di Stato Hillary Clinton, candidata alle elezioni presidenziali alle 2016 per i democratici e sconfitta da Donald Trump, rivendica tutto ciò che ha fatto, senza rimpianti. Protagonista del nuovo docufilm sulla sua vita realizzato da Nanette Burstein, presentato ieri a Berlino, molti la accusano di essere una delle principali responsabili del disastro libico odierno a seguito dell'intervento militare del 2011 contro il Colonnello Gheddafi, che secondo "Madame Secretary" non fu affatto un errore, come spiega in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Alla domanda se fu corretto o meno intervenire in Libia, Hillary Clinton rimarca la sua posizione e non lascia spazio alla minima autocritica: "Penso di sì, ma non ci fu il seguito che era necessario". Secondo l'ex Segretario di Stato di Barack Obama fu un grave errore non intervenire in Siria per rovesciare Bashar al-Assad: "Guardi alla Siria oggi, dove non siamo intervenuti. Quattrocentomila morti, milioni di profughi, un regime criminale sostenuto dall'Iran sul terreno e dalla Russia dall'aria".
In Libia, ricorda l'ex First lady, "le persone si rivoltarono per le stesse ragioni contro un tiranno. Gheddafi aveva detto che li avrebbe uccisi come scarafaggi e lo avrebbe fatto. Il mondo arabo e gli alleati europei ci chiedevano di intervenire. Era uno sforzo internazionale e quella missione fu portata a termine". Poi, sottolinea, "non è successo nulla. I libici che lottavano per la libertà non avevano alcuna idea della politica, erano accademici, imprenditori, avevano bisogno di aiuto e noi, gli Stati Uniti e l'Europa, non abbiamo dato loro il tipo di sostegno che avrebbe potuto normalizzare il Paese. Oggi c'è una sanguinosa guerra per procura per spartirsi le risorse energetiche e il territorio libico". Oggi sappiamo - anche grazie a precise ricostruzioni come quella dell'autorevole Foreign Policy - che la narrazione di Clinton su quell'intervento umanitario è ricca di bugie e omissioni e il vero obiettivo fu, sin dall'inizio, la destituzione di Gheddafi e non la protezione dei civili.
Hillary Clinton non ha mai accettato la sconfitta del 2016 contro Trump: "Ho preso più voti di lui"
A distanza di anni Hillary Clinton non riesce a darci pace: non ha ancora digerito la (clamorosa) sconfitta del novembre 2016 contro Donald Trump e oggi, come allora, scarica tutte le colpe sui russi: "Ho avuto 3 milioni di voti in più di Trump" spiega. "E nell'elezione del 2016 ci furono aspetti senza precedenti. Alcuni, come l'interferenza russa, sembrano ripetersi anche questa volta. Ho detto a tutti i candidati che dobbiamo battere Donald Trump, ma che dobbiamo vincere anche contro l'interferenza straniera, la propaganda sui social media, gli ostacoli insormontabili a votare posti contro le minoranze che sono la specialità repubblicana". Vladimir Putin, sottolinea Clinton, "aveva capito bene il mio impegno a difendere la libertà, il rapporto transatlantico, la Nato e l'Europa, quando ha deciso di far di tutto perché perdessi". Trump, al contrario, "è un presidente innamorato dei leader autoritari, al quale piacerebbe poter mandare i suoi oppositori in galera e poter fare qualunque cosa a prescindere dai limiti della legge".
E per quanto concerne la nomination democratica Hillary Clinton non ha mai nascosto la sua la sua antipatia per il senatore del Vermont, Bernie Sanders, ora grande favorito nella corsa alle primarie dem.
"Di lui e della sua campagna - dice -mi preoccupano gli attacchi contro gli avversari e le donne". Sanders, che, proprio come Trump, è accusato da una parte dell'intelligence americana di essere aiutato dai russi. Accusa che accumuna curiosamente tutti gli avversari dell'ex Segretario di Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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