Cala il sipario sulle primarie democratiche, con un'altra vittoria per Hillary Clinton, che dopo aver conquistato la nomination si prende anche il distretto di Columbia, dove si trova la capitale Washington. Con circa il 78,7% dei voti Hillary si impone su Bernie Sanders, fermo al 21,1%, grazie soprattutto all'appoggio delle minoranza di colore e ispaniche. Dei venti delegati in palio Hillary ne porta a casa 16, per un totale di 2.219, che sommati ai 581 superdelegati fanno 2.800 sostenitori, ben al di sopra della fatidica quota 2.383, necessaria per ottenere la nomination.
Faccia a faccia Clinton-Sanders
Sanders appoggerà Hillary? Se sì, in che modo? Il senatore del Vermont fa sapere che giovedì comunicherà le proprie intenzioni. Intanto, dopo l'incontro con la Clinton (avvenuto subito dopo le primarie di Washington DC), si concede un antipasto: "Il nostro obiettivo dev’essere quello di non lasciare che i politici, Donald Trump o chiunque altro, ci dividano". E sottolinea di voler "combattere il più tenacemente possibile" per trasformare il partito democratico: "Abbiamo bisogno di maggiori, maggiori cambiamenti". Il suo obiettivo è quello di provare a spostare il baricentro democratico a sinistra.
"Una discussione positiva". Con queste parole il comitato che sostiene Clinton ha definito l’incontro tra l’ex first lady ed il suo rivale. I due, che si sono intrattenuti per più di un’ora e mezza, hanno parlato anche della "pericolosa minaccia per la nazione rappresentata da Donald Trump".
L’entourage della Clinton ha spiegato che i due politici si sono confrontati su "numerosi argomenti", come l’aumento dei salari, l’eliminazione dalla politica di denaro non dichiarato e la riduzione dei costi per i college. Entrambi hanno convenuto di continuare a lavorare sull’agenda condivisa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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