I capelli: nuovo strumento di lotta al razzismo in Sud Africa

In Sud Africa, una scuola di Pretoria, ha vietato i capelli afro, centinaia di studentesse hanno protestato contro la decisione accusando l'istituto di adottare politiche razziste

I capelli: nuovo strumento di lotta al razzismo in Sud Africa

Trecce e capelli afro: fitti, femminili, ribelli, proprio come erano quelli di Angela Davis negli anni '70 così sono oggi quelli di centinaia di studentesse nere in Sud Africa. Capigliature che vanno oltre ai canoni estetici e alla moda. Erano una bandiera di riccioli neri, statuari contro il vento e iconici della battaglia degli afromaericani, i capelli della militante storica delle Pantere Nere. E anche oggi, quell' acconciatura e il significato di cui era ambasciatrice negli anni '70, sono tornati a contornare il volto di centinaia di studentesse sudafricane dopo che un prestigioso istituto di Pretoria ha dichiarato che è obbligatorio lisciarsi i capelli.

La decisione, presa da quella che è una rinomata scuola cittadina un tempo solo per bianchi, è stata giustificata dai dirigenti scolastici, come una misura igienica e di ordine. Immediata però è arrivata l'accusa di razzismo da parte degli alunni.

Subito gli studenti hanno fatto una petizione, che ha raccolto più di 10mila firme, e indirizzata al ministro provinciale dell'educazione. Il testo senza giri di parole invoca azioni disciplinari contro i docenti che ''mettono in campo delle politiche razziste'' e venerdì diverse studentesse del liceo femminile di Pretoria si sono presentate a scuola con i capelli nella tipica acconciatura ''afro''. Inoltre le alunne hanno denunciato anche il fatto che è vietato parlare lingue africane nell'istituto.

La protesta ha assunto un eco internazionale attraverso i social network e il tag #StopRacismAtPretoriaGirlsHigh, le forze politiche dell'Economic Freedom Fighters e di Alleanza Democratica sono scese in campo supportando la rivolta delle studentesse e la situazione è diventata incandescente in pochi giorni, tanto che lo stesso ministro dell'educazione si è recato nell'istituto per cercare di arginare la questione che rischiava di incendiare l'intero

Sud Africa.

Un Paese che, oltre ad essere vittima di una profonda crisi politica ed economica, sembra non essere ancor riuscito a fare i conti con un passato pesante e ancor oggi ingombrante nella sua storia contemporanea.

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