"Alle mogli non viene mai detto cosa fare una volta che i mariti sono morti." Effettivamente, mancava proprio il "manuale delle vedove". Lo scrive Aqsa Mahmood, moglie di uno jihadista, che con dei post sul web dispensa consigli su come comportarsi qualora venisse a mancare il marito: dall’abbigliamento giusto per il funerale, al periodo migliore per convolare a nuove nozze. "Hai voluto sposare un uomo impegnato nella guerra santa, perché non ti sei informata su quali siano le regole da seguire dopo la sua morte? Sorelle, è molto importante che vi documentiate sull'Iddah, il periodo di attesa prima di poter sposare un altro uomo, e che conosciate le sue regole", si legge nel post sul suo profilo Twitter.
"Considerate che la maggior parte degli uomini con i quali tenterete l'approccio sono già sposati. Abbiate rispetto", si legge in un altro post. E i consigli non finiscono qui. Aqqsa, che già in passato aveva suggerito alle giovani donne in partenza per la Siria di portare con sé libri, trucchi e vestiti, parla anche di moda: "Siate preparate a ciò che potete e non potere indossare - scrive la giovane - è fondamentale che sappiate quali sono i vostri diritti di donne single musulmane. Non permettere a nessuno di vietarvi di fare alcune cose quando, invece, avete il pieno diritto di farle. Non vivete nell'ignoranza, sorelle mie."
Aqsa Mahmood, era una ragazza di Glasgow Scozia quando ha salutato il padre Muzaffar con un lungo e strano abbraccio. Non sembrava il tipico saluto di una diciannovenne prima di uscire di casa, quella sera c’era qualcosa di diverso. Quattro giorni dopo Aqsa telefonò al padre in Scozia. Stava per attraversare la frontiera dalla Turchia alla Siria. I genitori avevano implorato la figlia, nel nome di Allah, di tornare indietro, ma lei li ha rasserenati: si sarebbero visti il giorno del giudizio finale.
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