Il lancio della monetina nella Fontana di Trevi segna una delle tappe finali del G20 di Roma. Un vertice che ha l'ambizione di dare un futuro migliore al mondo, ma che per farlo sembra ripartire dal passato, da quel flusso eterno che ha nella capitale tra i suoi simboli migliori e noti.
Un punto di partenza o forse una lezione viva e a cielo aperto che i leader del mondo sembrano apprezzare. Immersi nella storia e nella "grande bellezza", come un set cinematografico che riporta Roma a essere città universale, i capi di Stato e di governo girano tra incontri e passeggiate solitarie come turisti affascinati dalla capitale prima ancora che leader con gli occhi del mondo puntati addosso. L'etichetta cede il passo ai gusti, l'importanza dell'incontro arretra di fronte a quello che sembra il vero protagonista del G20: il luogo.
Boris Johnson visita privatamente il Colosseo e all'alba di oggi i Fori Imperiali. Jair Bolsonaro si concede passeggiate tra San Pietro e Castel Sant'Angelo. Angela Merkel, che si appresta a lasciare il trono di Berlino a Olaf Scholz, guarda con meraviglia quella fontana dove ha appena lanciato la monetina e tocca l'acqua come una turista qualsiasi. Non una cancelliera, ma una turista come tante che si aggira per le vie di Roma. Narendra Modi e Joe Biden "passano il ponte" e incontrano Francesco, ma con quel senso di visita più personale che pubblica: è Biden il cattolico più che Biden il presidente a voler incontrare Sua Santità. E nella notte da "Doce Vita", Emmanuel Macron e consorte, come Johnson e Charles Michel, scelgono di camminare di notte per le vie di Roma, tra ristoranti tradizionali e passeggiate che qualcuno azzarda anche "romantiche".
Se l'immagine tradisce un messaggio, allora forse quello che traspare da questo incontro romano è che ad attrarre i leader del mondo resta sempre l'eterno e il bello. Turisti prima di essere leader, si aggirano per Roma come osservatori che si godono un "Grand tour", pensando davvero di essere nella scenografia di un film e non in un summit che potrebbe decidere questioni fondamentali della società di oggi.
Invece la capitale, che tutto assorbe e tutto riesce a sedimentare, sembra quasi scansare le questioni momentanee. Tutto passa in secondo piano. Anche i problemi. Forse è solo un'inquietante e per certi versi divertente impressione: ma Roma sembra il set ideale per incontri in cui non si deve e non si può litigare. Oziosa e "cinematografica", la città eterna accoglie gli ennesimi leader della sua storia come accoglieva nobiluomini per il Grand Tour. Mostra la sua parte migliore, annichilisce chiunque pensi di poter contare più di imperatori e Papi, copre anche quel disordine della quotidianità che fa dire a tanti romani che qualsiasi altra città sarebbe migliore. Un sedativo potente di fronte a un mondo in ebollizione: un divano per mettersi comodi mentre intorno va in scena il declino. Un film che piace ai turisti: il tipico film che racconta una Roma che non esiste se non nei cuori e nei sogni di tutti, quasi che i romani siano veramente assorti tra le rovine e le chiese e non tra lavoro, traffico e caos.
Eppure, nel rischio - speriamo infondato - di vedere certi leader come dei "Nerone" che suonano la cetra mentre la città brucia (falso storico che però ormai è diventato icona), un sorriso ce lo strappa proprio questa Roma. Funestati da mode passeggere, influencer, grida scandalizzate per revisionismi e "cancel culture", il mondo si rasserena. I problemi passano in secondo piano: impossibile anche solo litigare pubblicamente quando si passa tra scavi, fontane e chiese. C'è qualcosa di più importante: è fuori e precedente a tutto. E torniamo tutti a sentirci "nani sulle spalle di giganti".
Oppure semplicemente turisti di passaggio in chi ha già visto e assistito a tutto. E forse anche per questo è il luogo ideale dove far incontrare i "grandi": sarà la bellezza a salvare il mondo, ricordandoci di essere sempre "piccoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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