Sono 963 i nomi dei cittadini statunitensi a cui Mosca ha proibito l'ingresso in Russia, come risposta alle sanzioni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Tra i nomi figurano politici, a partire ovviamente dal presidente Joe Biden, ministri, capi di azienda, giornalisti e persino un famoso attore.
La lista dei non graditi in Russia è in rigoroso ordine alfabetico: accanto al cognome Biden figurano due nomi, quello del presidente, Joe, e di suo figlio Hunter. Troviamo anche esponenti del governo Usa: la vicepresidente Kamala Harris, il segretario di Stato, Antony Blinken, il capo della Difesa Lloyd Austin e il potente direttore della Cia, William Burns.
Tra i nomi messi al bando da Mosca troviamo anche il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg, l'ex portavoce della Casa Bianca Jen Psaki e l'ex First Lady Hillary Clinton. Numerosi i membri del Congresso presenti nella lista nera: la speaker Nancy Pelosi, il leader della maggioranza al Senato Charles E. Schumer (ambedue democratici) e il leader della minoranza della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy. Non vi sono i nomi di Mitch McConnell, leader della minoranza al Senato, e il senatore Rand Paul. Paradossalmente la lista comprende anche il nome di John McCain, il senatore repubblicano morto nel 2018.
Tra i grandi capitani del mondo dell'economia nella lista nera di Mosca figurano il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg, il presidente di Microsoft, Brad Smith. Poi diversi giornalisti: George Stephanopoulos di ABC News, Susan Glasser del New Yorker, Bret Stephens del New York Times e Bianna Golodryga di Cnn. Nessun bando, invece, ai giornalisti dell'emittente conservatrice Fox News.
Nella lista figura anche un famoso attore, Morgan Freeman, già vincitore di un premio Oscar.
Ma per quale motivo? A spiegarlo è stato il ministero degli Esteri di Mosca: nel 2017 Freeman ha "registrato un video-messaggio in cui accusava la Russia di cospirare contro gli Stati Uniti e chiedeva una battaglia contro il nostro Paese". Freeman effettivamente parlò delle interferenze russe nelle elezioni presidenziali, e senza mezzi termini dichiarò: "Siamo stati attaccati, siamo in guerra".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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