Sono in molti a chiedersi il motivo per cui il flusso continuo di profughi siriani sia diretto esclusivamente verso l'Europa, nonostante a sud della Siria ci siano tanti altri Paesi che potrebbero accogliere chi scappa dalla guerra, in cerca di una vita migliore.
Se l'Europa è sotto i riflettori con l'accusa di adottare una politica troppo restrittiva nei confronti di questo dramma, c'è tutta un'area geografica che ha fatto di pieggio, chiudendo totalmente le frontiere al popolo siriano. È l'accusa di Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie che puntano il dito in particolare contro sei Paesi del Golfo Persico: Qatar, Emirati, Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Bahrain.
Queste sei nazioni sarebbero i candidati ideali per offrire la migliore accoglienza possibile a chi chiede rifugio. Oltre alla vicinanza con la Siria, i Paesi del Golfo hanno la stessa lingua e la stessa religione, godono di economie ricche, dispongono di enormi risorse finanziarie che potrebbero essere destinate a forme di aiuto di vario titolo e - cosa non di poco conto - hanno imprese di costruzioni capaci di erigere grattacieli che superano ogni volta record d'altezza e che potrebbero in poco tempo costruire rifugi per il popolo siriano.
Da non sottovalutare anche il fatto che l'Arabia Saudita sa gestire benissimo grandi flussi migratori, dal momento che ogni hanno gestisce milioni di fedeli per il pellegrinaggio alla Mecca. Il loro no alla richiesta di fare la propria parte sembra, dunque, ingiustificato.
Sicurezza, terrorismo e stravolgimento del mercato del lavoro sono le motivazioni a cui si aggrappano i governi del Golfo che, tra le altre cose, non hanno mai aderito alla convezione dell'Onu sui rifugiati del 1951, che avrebbe facilitato l'ingresso ai siriani, oggi di fatto impossibilitati ad ottenere un visto per entrare in uno
qualunque di questi Paesi.Sui social network intanto sta circolando un hashtag in arabo, ritwittato più di 30mila volte, #AccogliereRifugiatiDovereDelGolfo, volto a sensibilizzare quella parte di mondo a dare un contributo.
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