Incinte almeno 200 delle donne strappate a Boko Haram

Prigioniere a lungo, liberate dall'esercito. L'Onu: "Ci vorrà tempo prima che possano reinserirsi nella società"

Incinte almeno 200 delle donne strappate a Boko Haram

Sono 234 le donne che sono state liberate pochi giorni fa durante la battaglia nella foresta di Sambisa, uno dei fronti su cui le forze armate nigeriane stanno combattendo gli estremisti di Boko Haram. Tante, ma comunque soltanto alcune di quelle che sono state sequestrate dall'inizio del 2014: più di duemila secondo stime di Amnesty International.

L'azione dei militari sta ottenendo dei risultati, ma la vicenda si è tinta di contorni poco piacevoli quando i quotidiani nigeriani hanno annunciato che molte delle donne liberate dall'esercito erano visibilmente incinte.

Non solo. Il periodo trascorso come prigioniere è stato molto lungo. E l'Unfpa (United Nations Population Fund) ha già detto che servirà un lungo lavoro psicologico prima che possano reinserirsi nella società. Il direttore, Babatunde Oshotimehin, ha aggiunto che si stanno svolgendo tutti i controlli necessari per individuare possibili malattie, dall'Aids a infezioni di vario tipo.

Alcune delle donne, circa settecento, salvate negli ultimi giorni, hanno raccontato quanto hanno subito a causa degli estremisti. Molte sono state stuprate e costrette a sposare i carcerieri. Molte sono anche state uccise per errore dall'esercito. "Non hanno capito in tempo che eravamo nemici", ha raccontato una delle sopravvissute, Asama Umoru.

I prigionieri sono stati portati via

dai soldati, che hanno fatto salire i più deboli su una camionetta e chiesto agli altri di seguire le tracce dei mezzi. Non tutti, nonostante le precauzioni, sono riusciti a evitare le numerose mine piazzate da Boko Haram.

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