L’India del premier Narendra Modi sta diventando sempre più fondamentalista. L’ultimo episodio increscioso è accaduto nel Karnataka, uno stato federale che si trova nella zona sud ovest del sub-continente asiatico, dove i nazionalisti indù sono riusciti a far rimuovere da un cimitero una statua di Gesù Cristo e 14 croci.
Nello specifico, come riporta l’agenzia UcaNews, l’episodio è avvenuto presso la "Montagna della gloria" (Mahima Betta) sita nel villaggio di Doddasagarahalli, vicino a Devanahalli, nel distretto rurale della megalopoli di Bangalore.
I burocrati locali di Doddasagarahalli, guidati dal tahsildar (un funzionario fiscale accompagnato da ispettori delle entrate), sono arrivati senza preavviso per rimuovere la statua e le croci ed hanno agito in seguito alle accuse dei gruppi estremisti indù che hanno accusato i cristiani di avere invaso quella zona del cimitero senza permessi e promuovendo attività di proselitismo.
"La statua e le croci sono state avvolte in dei panni e sono state consegnate alle autorità della Chiesa mentre le altre cose, come i mobili, sono state spostate", ha spiegato un funzionario dell'amministrazione locale. "La rimozione forzata della statua del Signore Gesù dal nostro cimitero legalmente assegnato" è stata "inaccettabile e ha fortemente scioccato i cristiani del Karnataka", ha affermato l'arcivescovo Peter Machado di Bangalore, competente per territorio.
I 4 acri e mezzo di terreno, usati dai cattolici da più di tre decenni per le sepolture e le pratiche quaresimali, come la Via Crucis, erano stati "legalmente consegnati alla Chiesa dal governo, senza alcuna obiezione da parte della popolazione locale. Abbiamo documenti per dimostrare la proprietà", ha spiegato il sacerdote Joseph Cyril Victor, della commissione media arcidiocesana. "È un peccato che i funzionari abbiano abbattuto la statua e le croci senza nemmeno ascoltarci".
"Dato che c'erano già diversi luoghi di sepoltura e anche i cristiani cattolici avevano cercato la concessione di terre dal governo, l'amministrazione distrettuale, guidata dal vice commissario, aveva approvato una risoluzione che consente all'Associazione cattolica cristiana di Devanahalli di utilizzare la terra per scopi comunitari", ha raccontato un membro anziano della chiesa al Deccan Herald.
Mentre il Tahildar ha affermato che la presenza di cristiani e preghiere non è un problema ma lo sarebbe quella di "alcuni stranieri" che potrebbero "venire e disturbare l'armonia del villaggio", l'arcivescovo Machado ha dichiarato che "è spiacevole e deplorevole che la polizia, inchinandosi alla pressione di alcuni estranei, abbia rimosso con la forza la statua di Gesù. È un duro colpo per l'armonia comunitaria delle persone nei nostri villaggi e anche una violazione della libertà religiosa garantita dalla Costituzione indiana". I funzionari non dovrebbero "interferire con le pratiche religiose dei cristiani cedendo alla pressione di alcuni gruppi", ha spiegato l’alto prelato, che ha chiesto ai cristiani di pregare per coloro che hanno profanato gli oggetti religiosi e ha chiesto loro di usare le stesse parole di Gesù Cristo: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno".
Nello stato del Karnataka, il sesto stato indiano per superficie (con i suoi 191.791 chilometri quadrati), la politica è dominata da 3 partiti, l’Indian National Congress, il Janata Dal e il Bharatiya Janata Party.
Proprio quest’ultimo partito è accusato di sostenere gruppi fondamentalisti che si sono impegnati a rendere l'India una nazione solo indù. Un programma, peraltro, "di moda" anche in altri stati federali indiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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