Iniziata l'era del biohacking: "100mila persone hanno un chip sottopelle"

Qualsiasi trattamento potenzialmente in grado di migliorare il corpo dovrebbe essere considerato come biohacking

Iniziata l'era del biohacking: "100mila persone hanno un chip sottopelle"

Biohacking, una parola che unisce ad ampio spettro le comunità scientifiche, hi-tech e del fitness. Letteralmente significa modificare il corpo o la mente per farla funzionare meglio. Tecnicamente parlando, qualsiasi trattamento potenzialmente in grado di migliorare il corpo dovrebbe essere considerato come biohacking. Un esempio? Per la persona comune, andare in palestra o mangiare sano è oggi considerato biohacking.

Ma nel mondo ci sarebbero già migliaia di "umani potenziati" con microchip sottocutanei o impianti che permettono di amplificare sensi e capacità. Secondo la Bbc sarebbero 10mila nel mondo. Ma secondo gli esperti potrebbero esserci tra di noi già ben 100mila "cyborg", con Usa, Svezia, Regno Unito, Giappone e Germania in testa ai Paesi in cui è diffuso il chip nella mano.

E la dieta di un biohacker ha una vocazione superiore, intesa ad incrementare la funzione cerebrale, curare l'intestino, prevenire il cancro ed ottimizzare le ore di sonno. Per i puristi del termine, infine, il biohacking è quel procedimento che prevede l’innesto di qualsiasi tipo di tecnologia nel corpo per potenziarlo: Microchip biocompatibili per aprire le porte di casa o accendere la luci del proprio appartamento, sistemi indossabili per monitorare il sonno o per migliorare l’udito. Tra i sistemi indossabili un cappello che stimola elettricamente la corteccia prefrontale, una cavigliera che vibra nella direzione del nord magnetico e un dispositivo che funziona con impianti magnetici per fornire una sorta di ecolocalizzazione. In prevalenza sono fanatici dei gadget il cui obiettivo primario è la nutrizione, l'aspetto e la forma fisica. L'ultima tendenza? Un impianto sottocutaneo realizzato in silicone per uso chirurgico con le dimensioni di una moneta che illumina i tatuaggi. Una volta inserito, il dispositivo può essere attivato con un magnete esterno, che fa scattare cinque Led lampeggianti per 10 secondi. Trascorso il tempo, l'impianto ritorna in modalità sospensione fino a quando l'utente sceglie di attivarlo nuovamente. Le batterie interne garantiscono centomila accensioni prima della sostituzione.

“Il dizionario è l'unico posto dove successo viene prima di sudore”

I biohacker intendono il corpo come un sistema. Apportando modifiche costanti agli input necessari (cibo, esercizio fisico, ore di sonno) si determineranno cambiamenti immediati, misurabili e riscontrabili negli output (energia, umore, etc…etc…). In realtà il biohacking è ora un termine alla moda utilizzato per qualsiasi tipo di cambiamento che potrebbe apportare benefici alla salute. Incorporare elementi di biohacking potrebbe migliorare ulteriormente uno stile di vita sano, ma nessun piccolo ed isolato aggiustamento cambierà radicalmente la nostra esistenza. Un biohacker potrebbe fare delle sedute di elettroshock sui suoi muscoli, ma non avrà alcun tipo di risultato se resterà sulla poltrona di casa e non suderà in palestra. Concentrarsi sempre sulle cose importanti e, successivamente, entrare nel nocciolo della questione.

Spostare la bioscienza nella sfera pubblica comporta vantaggi e rischi potenziali. Escludendo l'approccio più metodico del mondo accademico, i biohacker si muovono più velocemente ed esplorano aree che gli scienziati potrebbero trovare non pubblicabili. Ma rischiano anche di fare errori in aree poco conosciute della biologia e fisiologia. Alla fine, i professionisti ed i dilettanti dovranno probabilmente cooperare per promuovere le migliori pratiche. Qualunque altra cosa possa venire dalle loro azioni, i biohacker hanno ampliato l'educazione pubblica nei loro campi e hanno espresso preoccupazioni legittime sulla natura proprietaria della ricerca genetica.

I Super-Umani del Pentagono

Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050

Il campo di battaglia tattico del 2050 supererà tutte le aspettative dal momento che robot assassini e Super-Umani avranno un ruolo di primo piano nelle guerre del futuro. Questa la previsione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e della US Army Research Lab (ARL), in uno studio dal titolo "Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050”.

“Il campo di battaglia del futuro sarà popolato da un numero inferiore di esseri umani. Quelli sul campo di battaglia, però, avranno capacità fisiche e mentali superiori. Avranno una migliore percezione dell’ambiente e saranno più forti, intelligenti e potenti. Combatteranno fianco a fianco ai Killers Cacciatori Automatizzati di vario genere. Il successo nella guerra del futuro sarà determinato da sette fattori: realtà aumentata, processo decisionale automatizzato, nuove armi, mira computerizzata, auto-organizzazione su larga scala, modellazione cognitiva dell'avversario, capacità di reazione in un ambiente estremo con scarse informazioni”.

Nel rapporto, si elencano anche le truppe del futuro: robot assassini autonomi prodotti su larga scala e pochi umani. Questi ultimi, però, per reggere il confronto con le truppe automatizzate dovranno essere equipaggiati con tecnologia di ultima generazione.

I Super-Umani

“Dotati di esoscheletri avanzati, i Super-Umani gestiranno una serie di tecnologie che garantiranno loro un’agevole rilevamento e miglioramenti cognitivi. I Super-Umani saranno delle macchine da guerra spaventose ed inarrestabili: saranno corazzati e dotati di armi laser. Considerando che la comunicazione, nello scenario del futuro, sarà fondamentale, si dovrà schermare l’esoscheletro contro ogni attacco (Emp, hacker) nemico. Uno scudo di energia (sappiamo che già esistono) potrebbe essere una soluzione anche se allo studio ci sono dei robot-cloud che avrebbero il compito di schermare l’operatore dagli attacchi informatici. La stessa armatura del Super-Umano dovrà essere autorigenerante, in grado di mimetizzarsi, apprendendo dall’ambiente circostante e garantire un’ottimale fonte di alimentazioni a tutti i sistemi implementati”.

Quattro le possibili fonti di energia: energia nucleare mobile, alimentazione wireless, energia rinnovabile organica e capacità di attingere alle infrastrutture nemiche. “I Super-Umani saranno dotati di ‘leeches’ (sanguisughe). Droni lanciati dall’operatore verso una fonte di energia. Giunti a destinazione, i leeches trasmetteranno l’energia all’esoscheletro dell’umano”. Appare evidente, che il primo obiettivo della guerra del 2050 saranno le fonti di energia per mantenere operativi robot e Super-Umani sul campo di battaglia.

“I Super-Umani dovranno essere diversi anche senza l’equipaggiamento che gli forniremo. Ecco perché la possibilità di modificare il loro DNA va presa in seria considerazione.

I Super-Umani dovranno avere migliori capacità fisiche e cognitive del soldato dei reparti speciali. La presenza dei super soldati sul campo di battaglia del 2050 è altamente probabile, considerando che le varie componenti necessari per consentire questo sviluppo esistono e sono in fase di rapida evoluzione".

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