"Inutilizzabile per sempre": l'allarme sul gasdotto Nord Stream che fa tremare l'Ue

Il gasdotto Nord Stream 1 e il parallelo Nord Stream possono essere perduti per sempre a causa dei danni legati alla salinità dell'acqua: l'allarme della Germania preoccupa

"Inutilizzabile per sempre": l'allarme sul gasdotto Nord Stream che fa tremare l'Ue

I servizi di sicurezza in Germania ritengono che i tre tubi dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, danneggiati nella sera del 25 settembre da quello che per l'idea di molti è sempre di più ritenuto un attacco deliberato, potrebbero anche risultare inutilizzabili per sempre. Lo riportano fonti della sicurezza nazionale tedesca vicine al governo di Berlino citate dal Tagesspiegel.

Il timore è che l'acqua salata possa corrodere il materiale di cui sono fatti i gasdotti e alcuni dei 100mila tubi posati dal consorzio per la pipeline russo-tedesca. Il sistema Nord Stream Pipeline è una grande impresa di ingegneria, che ha coinvolto una logistica complessa, insieme a fornitori e appaltatori di tutto il mondo. Il progetto consiste in due gasdotti che corrono quasi paralleli l'uno all'altro attraverso il Mar Baltico. Quando nell'aprile 2010, gli appaltatori di Nord Stream hanno iniziato a costruire il primo dei suoi due gasdotti di 1.224 chilometri è stata scelta la produzione di tubi modulari rivestiti in calcestruzzo posati, giorno dopo giorno e inesorabilmente per 30 mesi, sul fondo del Mar Baltico.

La selezione del materiale del gasdotto e dei componenti in acciaio che soddisfano i requisiti per sopportare per la durata garantita di cinquant'anni le pressioni del fondale del Baltico, che arriva fino a 110 metri di profondità, ha portato le tubazioni a mantenere un diametro interno costante di 1,15 metri per il flusso di gas e spessori di parete del tubo distribuite su tre livelli (rispettivamente 34,4, 30,9 e 26,8 mm) capaci di sopportare diversi picchi di pressione (220, 200 e 177,5 bar) nel corso del flusso del gas durante il lungo viaggio dalla Russia alla Germania.

Parliamo dunque di un'opera articolata che ogni singolo choc rischia di compromettere. Da tre giorni i tre tubi su quattro dei gasdotti Nord Stream 1 (operativo) e 2 (completato ma non certificato) imbarcano acqua e vengono corrosi gradualmente. C'è il rischio che il danno si espanda e che, complice l'elevata profondità a cui si trova il gasdotto, sia impossibile intervenire per tamponarlo.

Il lato positivo è il fatto che il Mar Baltico è uno dei bacini meno salati al mondo e l'effetto corrosivo delle acque può essere dilazionato: il Baltico ha uno scambio di acque con l'Oceano Atlantico piuttosto ridotto e riceve più acqua dolce dai numerosi bacini fluviali che lo costeggiano che acqua salata dal Mare del Nord; la sua salinità è molto bassa (fra 0,5% e 1,5%, tra le tre e le quattro volte meno degli oceani).

A preoccupare, in particolare, è il rivestimento di calcestruzzo: un eventuale attacco a Nord Stream potrebbbe aver avuto proprio l'obiettivo di far penetrare l'acqua salata nel calcestruzzo attraverso i suoi difetti (spazi dei pori e crepe) e toccare le barre di acciaio rinforzato, causando fenomeni di corrosione localizzata e arruginimento alla fine dei quali il calcestruzzo si può rompere a causa della pressione interna della crescita della ruggine. Ciò renderebbe inutile ogni lavoro di saldatura e messa in sicurezza subacquea ipotizzabile.

Il fattore dell'incognita sulle cause del danno e i dubbi su possibili fuoriuscite continue di gas rendono ancora più pericoloso e difficile l'intervento. Tanto che anche la Commissione Ue per bocca dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Josep Borrell ha dichiarato che "tutte le informazioni disponibili indicano che le perdite sono il risultato di un atto deliberato" a cui è difficile rispondere. L'allarme lanciato dalla Germania non è infondato. Ieri la Polonia ha accusato la Russia di essere responsabile dell'incidente, ma anche Mosca vuole vederci chiaro: la Russia intende chiedere una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle perdite rilevate sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 dopo aver chiesto al presidente UsaJoe Biden di dichiarare se il sabotaggio sia opera degli Stati Uniti. Tra incertezze, provocazioni, accuse incrociate la sfida continua.

E l'incertezza delle cause impone rallentamenti alla progettazione di un intervento sottomarino altamente rischioso e può eliminare anche il fattore tempo che la ridotta salinità del Baltico offre per consentire possibilità di riparazione dei malandati gasdotti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica