Sta tutte nelle parole del Pentagono la contraddizione visibile nel nord dell'Iraq, a Kirkuk, dove a fronteggiarsi ci sono le forze dell'esercito regolare iracheno, affiancate da quelle Forze di mobilitazione popolare che hanno avuto un ruolo importante nel ricacciare indietro i jihadisti dell'Isis, e dall'altra i peshmerga curdo-iracheni, che sono stati altrettanto fondamentali nel determinarne la sconfitta.
"Ci opponiamo alla violenza da tutti i lati, e invitiamo a evitare azioni destabilizzanti che distraggano dalla lotta contro l'Isis e minino ulteriormente la stabilità dell'Iraq", dice la portavoce del Pentagono, Laura Seal, nel giorno in cui le due forze, entrambe equipaggiate con materiale bellico statunitense, si fronteggiano da molto vicino.
Sono notizie che arrivano dalle emittenti locali a dire in mattinata che l'esercito iracheno ha preso il controllo di alcuni aree nella zona di Kirkuk, tra le quali l'aeroporto militare, con al centro del mirino quei giacimenti petroliferi di cui l'area è ricca e che fanno gola tanto a Baghdad quanto al Kurdistan iracheno, regione semi-autonoma che in un recente referendum ha segnalato a stragrande maggioranza l'intenzione di perseguire la strada dell'indipendenza.
Kirkuk è dal 2014 nelle mani dei peshmerga curdi, che presero il controllo dell'area, che è etnicamente composita, dopo il dietrofront dell'esercito iracheno di fronte all'avanzare dei jihadisti dello Stato islamico. Oggi Baghdad vuole che quelle terre tornino sotto le autorità centrali e a complicare una situazione già per nulla facile ci sono anche le rivalità tra i partiti curdi, con il Puk del recentemente defunto Jalal Talabani - più propenso a un accordo - che ha ordinato ai suoi uomini di lasciare le loro posizioni senza combattere.
Gli scontri che al mattino si concentravano a sud di Kirkuk si sono trasformati in un'avanzata delle forze irachene, che hanno preso il controllo della città, abbandonata dai peshmerga che hanno lasciato dietro di sè soltanto
alcuni volontari e uomini del Pkk . Sono molte le automobili dei civili incolonnate sulla strada che da Kirkuk porta a Erbil, capoluogo della regione curda, in fuga dalle violenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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