Joe Biden accusato dall'ex collaboratrice: "Mi ha violentato"

Un'accusa gravissima rischia di minare la campagna elettorale di Joe Biden, sfidante democratico di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali: una sua ex collaboratrice lo accusa

Joe Biden accusato dall'ex collaboratrice: "Mi ha violentato"

Anche se ha appena incassato l'endorsement di Bernie Sanders, la campagna elettorale di Joe Biden, di fatto candidato democratico alle prossime elezioni di novembre, rischia di partire in salita. Dopo settimane, il New York Times ha finalmente deciso di "esaminare" le accuse di Tara Reade, ex assistente dell'ex vicepresidente degli Stati Uniti. Nel 1993 - all'epoca era senatore - e secondo la versione di Reade, Joe Biden l'avrebbe spinta contro il muro, bloccata, e molestata sessualmente, infilandole due dita sotto la gonna. Naturalmente, il New York Times ha deciso di parlare dell'episodio sostanzialmente per far capire ai suoi lettori che le accuse di Reade sono sostanzialmente infondate: vere o false che siano tali accuse contro l'ex vicepresidente, è curioso notare tale condotta da un giornale che ha preso per oro colato tutto ciò che proveniva dal #MeToo. Il rischio di fare un favore a Donald Trump forse era troppo grande.

"Un portavoce di Biden - riporta il New York Times -ha affermato che l'accusa era falsa. Nelle interviste, diverse persone che hanno lavorato nell'ufficio del Senato con la signora Reade hanno affermato di non ricordare alcun discorso riguardo questo episodio o comportamento simile da parte del signor Biden nei confronti di lei o di qualsiasi donna". Altre due ex tirocinanti dell'allora senatore Biden, sottolinea il Nyt, "che hanno lavorato direttamente con Reade, hanno dichiarato di non essere a conoscenza delle accuse o di qualsiasi trattamento che la turbasse". In ogni caso, Tara Reade ha deciso di rilasciare ufficialmente la sua testimonianza alla polizia di Washington, Dc, confermando di essere stata vittima della violenza sessuale nel 1993. Secondo il quotidiano, Tara Reade ha lavorato come assistente del personale dell'allora senatore per aiutare a gestirele stagiste dell'ufficio e ha affermato di aver presentato una denuncia al Senato nel 1993 contro Joe Biden.

Anche l'Ucrainagate incombe su Joe Biden

Va sottolineato però un particolare: ci sono altre sette donne che hanno dichiarato in passato, sempre nello stesso periodo, di essere state oggetto degli abusi di Biden, come peraltro ricordato anche dall'articolo del New York Times, particolarmente "garantista" con il candidato democratico. Questa potrebbe però non essere non essere l'unica grana per l'ex vicepresidente degli Stati Uniti e sfidante di Donald Trump. Conclusa l'inchiesta sull'impeachment, Donald Trump sta per passare al contrattacco contro gli avversari dem. Non solo attraverso il Procuratore John Durham, che sta indagando per conto dell'Attorney general William Barr sulle origini del Russiagate e sulla condotta delle agenzie federali nei confronti del tycoon; ma anche grazie al lavoro svolto in questi mesi in Ucraina dal suo avvocato personale, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, che ha indagato sul presunto caso di corruzione che riguarda l'ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio Hunter, quest'ultimo ex membro del consiglio di amministrazione della società ucraina Burisma. Secondo quanto dichiarato dall'influente Senatore Lindsey Graham e riportato lo scorso febbraio dal New York Times, il Dipartimento di Giustizia avrebbe ottenuto le informazioni raccolte da Giuliani.

Graham, repubblicano della Carolina del Sud e presidente del Comitato giudiziario del Senato, molto vicino al Presidente Donald Trump, ha dichiarato al programma della Cbs Face the Nation che William Barr gli avrebbe confermato, in una telefonata, che

il Dipartimento di Giustizia stava "ricevendo" le informazioni raccolte in Ucraina da Rudy Giuliani. L'Ucrainagate non si è chiuso per Joe Biden, e nel corso dell'imminente campagna elettorale ne sentiremo ancora parlare.

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