Johnson&Johnson dovrà pagare 8 miliardi di dollari per danni punitivi poiché un uomo, dopo aver usato il farmaco antipsicotico Risperdal, ha riscontrato una ginecomastia, ovvero un ingrossamento delle mammelle. Quella inflitta da una giuria di Philadelphia si tratta della condanna più pesante fino ad ora imposta alla multinazionale farmaceutica Usa nelle oltre 13.000 azione legali avanzate sul Risperdal.
"Decisione sproporzionata"
Murray afferma di aver sviluppato il seno a partire dal 2003, quando uno psicologo gli ha diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. I suoi avvocati, Tom Kline e Jason Itkin, hanno dichiarato che "la giuria ha detto a J&J che le sue azioni erano intenzionali e dannose". Da parte di J&J ci sarebbe stata superficialità per "la sicurezza dei più vulnerabili dei bambini".
Johnson&Johnson l'ha definita una decisione "grossolanamente sproporzionata" ed è convinta che "verrà ribaltata". La società ha inoltre specificato: "La giuria non ha ascoltato prove su come l'etichetta di Risperdal abbia delineato in modo chiaro e appropriato i rischi associati al medicinale o i benefici che offre ai pazienti con gravi malattie mentali".
L'Organizzazione Mondiale della Sanità lo include nel suo elenco di medicinali essenziali, il che significa che il farmaco è "uno dei medicinali minimi
necessari per un sistema sanitario di base". Ma dal 1994, quando J&J ha lanciato Risperdal sul mercato, ha attirato una notevole quantità di attenzione e polemiche, al di là degli effetti collaterali non divulgati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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