"Non vogliamo un patto per la flessibilità, ma un'applicazione intelligente della flessibilità nel rispetto delle regole". Nel discorso sullo stato dell'Unione, nell'Aula del Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo, Jean-Claude Juncker lo mette subito in chiaro. E, aldilà della timida apertura a chi gli chiede un allentamento nel patto di Stabilità, il presidente della Commissione è netto nella difesa dell'Unione europea: "I prossimi dodici mesi saranno cruciali per creare una nuova Europa che difenda il modo di vivere e i valori europei".
Juncker parla a una "Europa in crisi esistenziale" nel dopo Brexit. Il referendum inglese è stata solo l'ultima di una lunga lista di spallate che stanno minando la tenuta dell'Unione europea. Eppure il presidente della Commissione assicura che "non c'è un pericolo per l'esistenza dell'Ue", nemmeno dopo l'uscita del Regno Unito. A suo dire, infatti, il problema non è il malcontento che continua a montare, ma il "populismo" della destra. Ai fallimenti di Bruxelles e all'emergenza immigrazione l'elettorato europeo ha spostato il proprio baricentro a destra. Lo dimostrano il recente voto in Germania dove Alternative für Deutschland ha scalzato il partito di Angela Merkel e l'impresa di Norbert Hofer, esponente del Partito della Libertà Austriaco, nella corsa alle presidenziali austriache. "Il populismo galoppante non risolve i problemi, li crea - sentenzia Juncker - noi siamo dei costruttori e non una forza distruttrice".
Che la situazione sia in cancrenita, se ne sono accorti persino a Bruxelles. Dal 2013 a oggi, ha ricordato, sono stati creati 8 milioni di nuovi posti di lavoro in tutta Europa, ma il livello di disoccupazione è rimasto ancora troppo alto. Perché, oltre a non aver risolto l'amergenza migranti, l'Unione europea non è ancora riuscita a dare una risposta concreta a una crisi economica che flagella il Vecchio Continente dal 2008. A tutti questi problemi Juncker non sa far altro se non difendendo il patto di stabilità. Per lui va bene così com'è.
"I debiti dei paesi restano troppo elevati - ha ricordato Juncker - anche se dall'inizio della crisi i deficit sono diminuiti, dimostrando che il patto di stabilità funziona". Per questo, anche se "non è un patto di flessibilità, deve essere applicato con flessibilità intelligente per non ostacolare la crescita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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