Un asse anti-migranti fra le due sponde dell'Atlantico. Da un lato Milo Yannopoulos, il guru dell'alt-right americana già colonna del sito di ultra-destra Breibart; dall'altro i Paesi del cosiddetto gruppo Visegrad - Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria - che da anni ormai si oppongono con ogni forza all'accoglienza dei richiedenti asilo nell'Ue.
In occasione della conferenza internazionale sul futuro dell'Europa, il governo ungherese di Viktor Orban ha invitato Yannopoulos a tenere un intervento nell'ambito di un incontro dal significativo titolo Culture Wars, guerre di culture.
Da tempo l'esecutivo magiaro ha condotto un'opposizione durissima all'immigrazione di massa, condotta anche con l'installazione di barriere fisiche ai confini come il famoso muro di Orban costruito a partire dal 2015. Non solo. Il primo ministro in persona ha spesso paventato il pericolo di un'invasione musulmana che scalzasse l'egemonia della cultura cristiana nel Vecchio Continente, dipingendo l'Ungheria come l'ultimo baluardo rimasto in piedi a contrastarla.
Nonostante ormai negli Usa la stella di Yannopoulos si sia da tempo appannata - il rapporto con Breibart si è rotto e il giovane polemista ha una causa con la casa editrice che avrebbe dovuto pubblicare il suo libro - per Orban questo non sembra un problema.
Anche nell'anno in cui i populismi sembrano per tanti versi essersi ritirata - e in cui l'ondata migratoria si è, per diversi motivi, affievolita - la polemica sullo scontro di civiltà (con il tema migranti in prima fila) viene rinfocolata con un appuntamento che si preannuncia incendiario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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