L'altra verità su Kerch: "Fatta esplodere l'auto del giudice anti Cremlino"

L'Fbs arresta 12 persone: "Usate 22 tonnellate di tritolo". Ma per portarlo serviva il rimorchio

L'altra verità su Kerch: "Fatta esplodere l'auto del giudice anti Cremlino"

Accuse e controaccuse, una versione ufficiale per molti versi implausibile, e un morto misterioso che potrebbe far riscrivere l'intera vicenda. Il recente attentato al ponte di Kerch, che collega Russia e Crimea, sembra destinato a diventare il classico giallo con tanti indiziati e nessuna verità assodata.


Ieri l'Fsb, il servizio di sicurezza russo, ha annunciato di aver individuato i colpevoli dell'attentato: 12 persone in tutto di cui 9 sono già state arrestate (cinque russi, tre ucraini e un armeno). La banda avrebbe agito sotto il controllo dei servizi di intelligence ucraini, in sigla Gur, e del loro capo Kyrylo Budanov (Kiev ha definito le accuse «una sciocchezza»). Secondo la ricostruzione russa il camion che ha causato l'esplosione sarebbe stato caricato a Odessa in agosto, avrebbe viaggiato fino alla Bulgaria e poi, in nave, si sarebbe trasferito in Georgia, per andare in Armenia, tornare in Georgia e raggiungere la città russa di Krasnodar. Da qui sarebbe iniziata l'ultima tappa, fino al ponte su cui è avvenuta l'esplosione.
I problemi iniziano con i dettagli. Secondo le informazioni ufficiali fornite dall'Fsb, il veicolo trasportava 22 tonnellate di esplosivo. La cifra è stata subito messa in discussione dai tecnici interpellati dal New York Times. Il quotidiano ha fatto notare che i carichi massimi di esplosivo negli attacchi bomba dei lunghi anni di guerra in Irak non hanno mai superato le cinque tonnellate. Non solo. La bomba più potente dell'arsenale militare Usa (GBU-43 Moab), pesa 9 tonnellate. Per le sue dimensioni (un metro di larghezza per nove di lunghezza) è stata usata una sola volta in Afghanistan, lanciata da un aereo cargo. Viste le dimensioni del camion il peso di 22 tonnellate imporrebbe, secondo il quotidiano, l'uso di un rimorchio, di cui però non c'era traccia nelle immagini mostrate dalle autorità.


Come se non bastasse, una pista alternativa sull'attentato è arrivata dal canale Telegram Vchk-Ogpu, emanazione di un sito giornalistico russo specializzato in inchieste sul mondo della criminalità e dei servizi di sicurezza. In un lungo post i giornalisti di Vchk-Ogpu hanno sottolineato che le autorità hanno parlato di quattro vittime che viaggiavano su una Cadillac, che si vede nelle immagini delle videocamere di servizio affiancarsi al camion un istante prima dell'esplosione. Le identità diffuse erano però solo tre. Il nome taciuto, e nelle ultime ore identificato dal sito investigativo, era quello di Sergey Maslov, giudice del tribunale di Mosca, che stava viaggiando verso la Crimea, dove aveva una casa, con alcuni amici.
Secondo Vchk-Ogpu non si trattava di un giudice qualsiasi: Maslov aveva fama di «duro» incorruttibile e aveva condotto inchieste per affari miliardari che avevano coinvolto il gruppo Gazprom, la tradizionale gallina d'oro dell'élite degli affari putiniana. Una delle sue ultime inchieste riguardava Aishat Kadyrov, figlia del leader ceceno Razman Kadyrov, accusata dal gruppo internazionale Condé-Nast di non aver pagato un debito. Il processo si era concluso con un nulla di fatto perché la Condé-Nast aveva deciso di ritirarsi dal procedimento per motivi che non sono stati resi noti.


Secondo i giornalisti di Vchk-Ogpu, la probabilità maggiore è che l'esplosivo fosse proprio sulla Cadillac e non sul camion come ritenuto fino ad ora.

Quanto alla versione ufficiale Vchk-Ogpu ha ricostruito le ultime settimane di lavoro di Artur Terchanyan, uno degli arrestati dall'Fsb: si tratterebbe di un semplice camionista armeno del tutto estraneo a ogni attività illecita.

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