L’Arabia Saudita ha in questi giorni attuato una profonda riforma della sua normativa penale, mettendo al bando la pena di morte ai danni dei minori. Ad annunciare tale svolta è stato un alto ufficiale del governo di Riad e dietro la riforma vi sarebbe il principe ereditario Mohammad bin Salman in persona, promotore di numerose iniziative di stampo modernizzatore. La recente modifica legislativa segue lo stop, deciso in precedenza sempre su impulso dell’erede al trono, alle fustigazioni pubbliche.
Secondo quanto comunicato domenica dall’alto ufficiale in questione, citato da Euronews, l’abolizione della pena capitale nei riguardi dei minorenni è stata disposta da un decreto reale sottoscritto dal re Salman.
A confermare l’entrata in vigore della riforma penale è stato quasi subito Awwad Alawwad, presidente della Commissione per i diritti umani costituita all’interno dell’esecutivo di Riad, che, riferisce l’organo di informazione, ha elogiato la svolta in tema di esecuzioni capitali presentandola come un’ulteriore dimostrazione della propensione riformista delle istituzioni dell’Arabia Saudita.
Il provvedimento reale fissa appunto a non più di dieci anni di carcere la punizione massima che può essere comminata nel Paese islamico a chi ha commesso reati quando era minore di età.
Di conseguenza, in applicazione del decreto, i procuratori del Regno dovranno provvedere a ridurre le sanzioni inflitte finora a numerosi detenuti.
Quelli che hanno già trascorso dieci anni in cella dovranno quindi, per effetto della riforma, essere scarcerati.
In particolare, evidenzia l’emittente, potranno beneficiare dell’innovazione normativa, scampando all’esecuzione capitale, sei individui condannati a morte da minorenni nel 2014 per avere partecipato a manifestazioni anti-governative. Tra questi, precisa il network, vi è anche Ali Mohammed al-Nimr, adolescente condannato in quell’anno alla decapitazione e alla crocifissione.
Tuttavia, puntualizza il medesimo organo di informazione, l’abolizione della pena di morte per i minori non riguarderà coloro che sono stati dichiarati colpevoli del reato di terrorismo.
Il decreto reale stabilisce appunto che gli individui indiziati di tale crimine saranno soggetti a un trattamento differenziato.
Prima della svolta di domenica, le autorità dell’Arabia Saudita avevano già ottenuto il plauso delle organizzazioni per i diritti umani decretando, ricorda Euronews, la fine delle fustigazioni pubbliche.
Era stata la Corte suprema nazionale, per la precisione, a imporre l’interruzione della pratica di frustare
davanti alle folle i condannati per determinati reati, sancendo contestualmente che tale punizione andava sostituita con sanzioni pecuniarie, con l’incarcerazione o con l’imposizione al reo di lavori socialmente utili.
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