Fino a qualche mese fa l'immagine di Angela Merkel che gli immigrati avevano stampato davanti agli occhi era quella della cancelliera di ferro. Talmente gelida da far scoppiare in lacrime una ragazzina palestinese che, durante un incontro pubblico, le chiedeva di poter rimanere a vivere in Germania. "Non possiamo accogliere tutti", le aveva detto candidamente. Oggi è "mamma Angela" che accoglie centinaia di migliaia di profughi in fuga dai tagliagola dell'Isis. Non è cambiata di una virgola: li accoglie per convenienza economica, non per spirito cristiano.
Il dramma dell’immigrazione continua a essere immortalato da immagini drammatiche. La più eclatante è quella di Aylan al Kurdi, il bimbo di tre anni riverso con il volto nella sabbia sulla spiaggia di Bodrum. E ancora: i corpi di settanta disperati soffocati in un tir abbandonato su un'autostrada austriaca. E ancora: i relitti dei barconi, ancora colmi dei cadaveri dei clandestini, incagliati sul fondale del Mar Mediterraneo. Dall'Italia alla Grecia, fino all'Eurotunnel che divide la Francia dall'Inghilterra, le immagini che continuano ad arrivarci raccontano un'emergenza a lungo sottovalutata dall'Unione europea. E ora, dopo aver aperto le frontiere ai profughi siriani, la Merkel va a visitare, tutta sorridente e baldanzosa, i richiedenti asilo in un centro per stranieri. Al suo arrivo viene accolta con calore e applausi. Numerosi immigrati le si avvicinano per scattare un selfie. La cancelliera non si tira indietro (guarda la gallery). Anzi: si lascia abbracciare, regala sorrisi e strizzatine d'occhi. È tutta una festa, come se l'emergenza fosse acqua passata.
A questi uomini e donne in fuga dalla disperazione la cancelliera offre parole rassicuranti sottolineando che "l'integrazione" degli immigrati "avverrà in parte attraverso i bambini che impareranno il tedesco molto rapidamente negli asili". Ma è solo uno spot. Perché i centri di prima accoglienza di tutta Europa sono pieni di clandestini che non hanno diritto all'asilo.
Perché l'area Schengen non regge più l'urto dell'invasione da Est. Perché il Mar Mediterraneo è sempre più un cimitero a cielo aperto. E, infine, perché l'Unione europea si è rivelata ancora una volta incapace di risolvere un'emergenza.
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